INTERVISTA / CLAUDIO DOMENICALI

«Ducati batte crisi e lockdown, anche la Cina traina la crescita»

Nell’ultima parte dell’anno compensate le perdite della chiusura di primavera. Bene il mercato italiano delle moto nel 2021 grazie ai concessionari aperti

di Mario Cianflone

3' di lettura

La moto nell’era del covid-19 resiste come prodotto industriale del lusso ed eccellenza del made in Italy e non solo come strumento di mobilità. Lo dimostra Ducati che ha chiuso il 2020 con un secondo semestre da record e la conquista del titolo mondiale costruttori MotoGP.

Abbiamo parlato del caso Ducati con il suo amministratore delegato Claudio Domenicali. «È stato un 2020 da otto volante. A dire il vero, nel periodo tra marzo e aprile ero molto preoccupato. Il lockdown della prima fase ci ha imposto uno stop obbligatorio alla produzione di 7 settimane (un vuoto di circa 9 mila moto, circa 135milioni di euro, ndr) e questo è avvenuto in un periodo strategico per il mercato. I concessionari chiusi ci hanno fatto perdere la stagionalità delle vendite. Eppure siamo riusciti a recuperare».

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Ducati nel 2020 ha infatti chiuso il 2020 con un calo contenuto in meno del 10% a quota 48mila unità.

«Ci aspettavamo, prima dell’estate, - continua Domenicali - di chiudere con una picchiata del 30% invece, grazie alle vendite sostenute tra luglio e dicembre con un calo del 9,7% rispetto al 2019». È un risultato significativo soprattutto se analizzato alla luce dello scenario che si paventava a primavera e che evidenzia la tenuta del marchio italiano.

«Nell’ultima parte dell’anno siamo riusciti a compensare parzialmente le perdite del lockdown nel periodo primaverile e questo grazie al mix di offerta efficace (il 2020 ha visto il lancio di molti nuovi modelli tra cui la Multistrada V4 ndr) e alla digitalizzazione della rete di vendita».

Claudio Domenicali

Il mercato italiano complessivo (scooter e veicoli utilitaristici compresi) ha chiuso il 2020 con un calo delle vendite del 5,5 per cento. Ma qui rientrano altri fattori legati anche agli incentivi sull’elettrico. Nel settore delle moto di alta cilindrata (sopra i 750 cc segmento dove opera Ducati) il calo è stato del quasi il 20 per cento.

E il 2021? Come sarà? A questa domanda, il numero uno della casa di Borgo Panigale risponde con inaspettata fiducia. «Per il mercato italiano delle due ruote ho una buona sensazione, dopo il forte danno della prima ondata, la situazione è ora diversa con la fabbrica in funzione e concessionari aperti. Azzardando una ipotesi: credo che l’anno si chiuderà positivamente intorno al +10% rispetto al 2020 e Ducati farà meglio del mercato. E questo perché sulle due ruote agiscono spinte positive. Si tratta di mezzi che garantiscano distanziamento sociale e sono “recreational”, cioè divertenti da usare e chi ha capacità di spesa può ancora farsi un regalo».

Ritornando a Ducati, nel 2020 uno dei grandi driver di crescita è stata la Cina. Il produttore italiano (che fa parte del gruppo Volkswagen Audi) ha visto diventare la Cina il suo quarto mercato grazie a un rialzo del 26 per cento . «In Cina - spiega Domenicali - il mercato moto non è stato rallentato dal Covid-19 grazie alla gestione sanitaria attuale nel Paese. Ducati, che è posizionata nell’area luxury sport bike lusso, ha beneficiato anche di un effetto di accelerazione dovuto alla pandemia. Con i viaggi all’estero interdetti si è creato un spostamento dei budget di spesa dal travel al prodotto moto premium e questo ci ha aiutati. abbiamo iniziato il 2021 con il portafoglio ordini migliore di sempre a inizio anno». E il futuro? «Sarà elettrico - dice Domenicali - ma avverrà a medio lungo termine quando ci saranno batterie adatte a una vera Ducati».

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