19 gennaio 2021 - 12:43

Conte in Senato ha fatto 8 «correzioni» al suo discorso, rispetto alla Camera

Conte ha riproposto al Senato quasi lo stesso intervento, con qualche significativa correzione sulla legge elettorale (riconoscendo il primato del Parlamento) e sull’invito ai volenterosi: «Più del voto contano le idee e i progetti»

di Roberto Gressi

Conte in Senato ha fatto 8 «correzioni» al suo discorso, rispetto alla Camera
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Giuseppe Conte ha cambiato la cravatta, blu invece che celeste, e la mascherina, celeste invece che bianca e ha riproposto al Senato quasi lo stesso intervento pronunciato alla Camera. Quasi, perché non sono mancate significative correzioni, più o meno tutte volte a cercare di accrescere, fino all’ultimo minuto, i possibili consensi nel voto di fiducia di questa sera, a rendere definitivo lo strappo con Italia Viva e a proporre un’inedita concezione della stabilità di governo, basata sul rifiuto di ogni opzione maggioritaria.

1. Renzi

Ha continuato a non chiamare Matteo Renzi per nome, ma ha semmai inasprito la critica. «È difficile lavorare con chi semina mine sul percorso comune». E è tornato a parlare di sburocratizzazione e commissari per le opere, riproponendo uno dei temi di maggior contrasto con Italia Viva.

2. Politica internazionale

Ha corretto almeno in parte la posizione sulla politica internazionale. Dove ieri sembrava costituire quasi un’equivalenza tra gli Stati Uniti e la Cina, oggi, dopo le critiche, ha invece subordinato il rapporto con la Cina al lavoro unitario con i partner europei e con gli Usa, per un confronto che segua principi e valori democratici.

3. Legge elettorale

Ha corretto, solo dal punto di vista istituzionale e formale la posizione sulla legge elettorale, riaffermando la necessità del proporzionale ma riconoscendo il primato del Parlamento, frenando almeno un po’ l’invasività del governo su questo tema.

4. La frammentazione

Ma ha però aggiunto che la frammentazione non si recupera non riconoscendo le mille sensibilità diverse. Quindi il rifiuto di ogni riforma maggioritaria, proponendo una curiosa ricetta per la stabilità: bisogna garantire a tutti la rappresentanza (pare di capire senza soglie di sbarramento) e accordi chiari per governare si faranno un po’ prima e un po’ dopo le elezioni.

5. «Le idee e i progetti»

Si è soprattutto sforzato di correggere la sensazione di invito al trasformismo insita nella sua richiesta di aiuto ai senatori di tutte le forze politiche «perché i voti contano e sono molto importanti ma contano di più le idee e i progetti». È stata, oggi come ieri, la parte meno riuscita del suo discorso, la più urticante per le opposizioni e la più criticata dall’Aula.

6. I «ritardi»

Forse per attrarre benevolenza, nel vantare le cose fatte sulla sanità e l’economia ha omesso si ripetere «recuperando i ritardi degli ultimi venti anni».

7. Le «rendite di posizione»

E ancora, quasi a esaudire una richiesta, ha aggiunto la volontà del governo di contrastare le rendite di posizione.

8. La questione meridionale

Più «normali» le correzioni sulla questione meridionale, che ieri era stato accusato di trattare troppo di fretta e che oggi ha arricchito di impegni e rivendicazioni.

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