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Cattolica, giovedì un nuovo consiglio. Stretta su governance e Banco Bpm

Presto un head hunter per il rinnovo delle cariche dopo i rilievi dell'Ivass. Si punta anche a risolvere il nodo bancassurance entro la fine di gennaio

di Laura Galvagni

(ANSA)

3' di lettura

Banco Bpm, il nuovo piano industriale, i rilievi Ivass e quindi la scelta di un cacciatore di teste che aiuti a mettere a punto la governance della compagnia. Cattolica fissa un nuovo appuntamento in agenda per provare a sciogliere, entro il mese di gennaio, almeno tre dei quattro nodi sul tavolo. Giovedì 21 gennaio, come da precedente calendario, il board della società, già riunito in sede straordinaria domenica 17 gennaio, terrà una nuova riunione per lavorare sulle questioni aperte.

Tra i punti chiave la scelta di un consulente che supporti la società a definire una nuova lista di consiglieri in vista del rinnovo delle principali cariche della compagnia sollecitato dall’Autorità di vigilanza. in quest’ottica potrebbe già essere fatto un passo avanti in questa direzione al consiglio di giovedì. Diversamente l’obiettivo è comunque quello di trovare una quadra per fine gennaio.

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E per fine mese Cattolica conta anche di aver definito, nel bene o nel male, anche la diatriba con Banco Bpm. In ragione di questo i contatti tra le parti continuano. L’ambizione sarebbe quella di accertare entro gennaio se è possibile trovare un’intesa che soddisfi le parti, ovviamente non ai prezzi proposti dal Banco (335 milioni contro 755 milioni pagati due anni fa), per chiudere l’accordo nella bancassurance. Se questo si rivelasse impossibile, l’intenzione sarebbe quella di procedere come da prassi con l’arbitrato. Di certo l’istituto, sebbene abbia l’interesse a chiudere la partnership per poter concentrare le proprie energie in altre direzioni, non ha particolare urgenza. Da capire dunque come procederà il confronto.

Di certo, questo tassello, essendo cruciale sul fronte della produzione, è comunque un elemento chiave in vista anche della definizione del nuovo piano industriale. Progetto che l’azienda comincerà a valutare al cda di giovedì. Il vecchio business plan si è esaurito con il 2020 e ora vanno definite le nuove linee strategiche. Sarà un piano con orizzonte triennale ma più dettagliato rispetto alle dinamiche dei primi 12 mesi e meno sui due anni successivi. Da capire, in ogni caso, come si svilupperà l’alleanza con Generali.

Sullo sfondo, poi, l’amministratore delegato, Carlo Ferraresi, dovrà dar seguito al piano di rimedi chiesto da Ivass a valle dei rilievi mossi dall’Autorità. In proposito ieri il manager ha scritto ai dipendenti sottolineando che i rimedi «verranno presentati quanto prima» alla Vigilanza. in ogni caso il ceo ha voluto ricordare che il 2020 si chiuderà con «un reddito operativo che si collocherà nella parte alta della forchetta (350-375 milioni) e una solvibilità di tutta sicurezza non molto lontana dal 200%».

Infine, a proposito, dei rilievi Ivass, va ricordato che il cda straordinario di domenica «ha, altresì, preso atto della volontà di mettere a disposizione la partecipazione di componente del comitato nomine, pur essendo questa prevista statutariamente, comunicata dal presidente, Paolo Bedoni, e dal vice presidente vicario dello stesso comitato, Aldo Poli. E ciò nell’ottica di avviare la transizione verso il nuovo regime di spa». Il consiglio, valutata la situazione di fatto conseguente a tali rinunce, «ha confermato la composizione ridotta del comitato comunque compatibile con la prosecuzione della sua operatività e ha individuato tra i componenti rimasti Eugenio Vanda, indipendente, quale presidente, per assicurare la normale e trasparente funzionalità dell’organo e la necessaria continuità». Il consiglio ha anche preso atto delle dimissioni di Luigi Castelletti, al vertice anche del comitato per le parti correlate. Giovedì, dunque, il cda individuerà anche il nuovo presidente del comitato tra quelli già seduti nell’organo a servizio del board.

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