Maggioranza raccogliticcia e senza respiro. Poco tempo e Matteo Renzi replica con la sua e-news a Giuseppe Conte. Una nota, nella quale chiarisce che «Italia viva non ha chiesto poltrone» ma ha chiesto «alle forze di maggioranza di cambiare passo, di fare un salto di qualità, di non rinviare la soluzione dei problemi, di fare un patto di legislatura». Insomma, la crisi nasce per dirla come Matteo Renzi perché gli appelli lanciati da Italia Viva sono rimasti inascoltati. Piano, «piano – spiega Renzi –  trasmissione dopo trasmissione, giorno dopo giorno, la verità inizia a venire fuori. Si capisce che il Recovery Plan ancora non va». Già il recovery, ma non solo. Anche il nodo dell’intelligence per l’ex premier resta un problema. Nel suo intervento alla Camera, il capo del governo ha annunciato che «viste le nuove sfide e anche gli impegni internazionali», non intende mantenere la delega all'Agricoltura se non lo stretto necessario e «mi avvarrò – ha sottolineato - anche della facoltà di designare un'autorità delegata per l'intelligence di mia fiducia». Ma proprio per questo Matteo Renzi accende i riflettori sull’editoriale di domenica del direttore de La Stampa, Massimo Giannini, «Giannini ha scritto quelle cose voglio sperare che abbia informazioni, sarebbe una cosa enorme. Va chiarita, bisogna informarsi. Ci sono molte cose che non tornano - ha aggiunto - Nei giorni scorsi sulla pagina ufficiale di Conte è comparso un gruppo antirenziano, la pagina non può avere uno di questi gruppi che incitano all'odio. Il punto è che Casalino ha parlato di hacker. O c'è un hacker o dicono balle e ci sono persone pagate da noi per creare queste pagine». Poi, ancora un affondo: «Quando Bellanova, Bonetti e Scalfarotto hanno lasciato le loro poltrone ci hanno dipinto come irresponsabili. E il linciaggio mediatico studiato a tavolino non ha risparmiato nessuno di noi e dei nostri cari. Nessuno. La verità però è più forte delle veline e quando quando la nebbia delle fakenews si diraderà sarà più chiaro capire che cosa sta accadendo. E capiremo che il problema non è il mio carattere, ma il fallimento nella riapertura delle scuole, l'elevata mortalità del Covid, la crisi economica più grave d'Europa, il ritardo nella vaccinazione, un Recovery Plan non all'altezza del nostro Paese, le infrastrutture bloccate, la crisi dei piccoli che stanno chiudendo e non riapriranno». Italia Viva, nel frattempo, ha confermato l’astensione sul voto alla Camera.

Passata la fiducia alla Camera arrivano le reazioni del rottamatore: «21 voti alla Camera sono cinque voti in più del quorum, è una maggioranza risicata». E al Tg2 post aggiunge: «Non ho la minima idea di cosa abbiano in testa e neanche mi interessa. Sugli incarichi avremmo fatto un accordo facile», poi affonda: «Qui, in un calciomercato di senatori, stanno cercando solo di prendere questo o quello. Conte è stato più al telefono con i senatori che con Pfizer, che ci manda meno vaccini». INfine la questione dell’intelligence. Proprio oggi nel suo intervento Conte aveva spiegato che si sarebbe riservato il diritto di delega per qualcuno di sua fiducia. Palude Matteo Renzi, «bene che il presidente del Consiglio abbia finalmente mollato l'autorità delegata ai servizi, c'è voluto le nostre dimissioni perché finalmente capisse, fino a qualche giorno fa diceva che non ne vedeva motivo. Vedremo a quale autorevole professionista darà questa delega».

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