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Botticelli da record: va all’asta a New York per 60-80 milioni di dollari

di Paolo Manazza

Botticelli da record: va all'asta a New York per 60-80 milioni di dollari

New York da Sotheby’s il nuovo anno inizia con gli Old Master. E ci racconta tante cose. La live auction del 28 gennaio ha un catalogo illuminato da un Ritratto di un giovane che tiene tra le mani un tondo dipinto di Alessandro di Mariano Filipepi, più conosciuto come Sandro Botticelli. Questa tempera su tavola di pioppo, conosciuta sin dai primi dell’Ottocento e passata di mano per diverse generazioni della famiglia Newborough, fu pubblicata per la prima volta come Botticelli da Alfred Scharf nel suo catalogo del 1950 (collezione Merton). Il dipinto, debolmente inscritto al centro del bordo inferiore, è attribuito ancora da Roberto Longhi a Francesco Botticini, ma a ragione è considerato da John Pope Hennessy, come una delle migliori prove di «un gigante tra i ritrattisti» dell’Umanesimo pre-rinascimentale. Presentato con stima a richiesta sembra possa valere tra i 60 e gli 80 milioni di dollari.

Il soggetto della classe dominante

Ma non è solo questo che impressiona. Quanto la distanza abissale tra come viene rappresentata una figura della classe dominante, di allora, rispetto a quella di oggi. Un giovane attraente, visto a mezza lunghezza e di tre quarti, siede davanti al telaio d’una finestra di pietra. Grazioso e posato, probabilmente è invecchiato fino alla sua tarda adolescenza. I suoi lunghi capelli dorati, con la riga al centro, incorniciano i lineamenti delicati del suo viso, che è animato da occhi penetranti e un volto finemente modellato. La sua fronte è forte. Questo giovane emana una presenza potente e coinvolgente. Viene posizionato in avanti sul piano pittorico in una conversazione diretta con il suo pubblico. Il suo viso offre una serie infinita di espressioni. Ha una postura sicura di sé che mostra un’astuta conoscenza interiore, un calore accessibile e una grandezza intellettuale. L’ambientazione apparentemente semplice unita alle due dita del soggetto, che attraversano abilmente il confine pittorico, creano uno spazio tridimensionale del tutto convincente che si estende tra il regno del soggetto e quello dello spettatore.

L’Umanesimo e i de’ Medici

Il Botticelli aveva eseguito diversi ritratti di questo tipo tra la metà degli anni Settanta e gli anni Ottanta. Prima del 1492 annus horribilis in cui scomparve Lorenzo de’ Medici, suo mecenate e protettore e la città fu invasa dalle prediche catastrofiste del Savonarola. L’Umanesimo muore e con esso una ritrattistica straordinaria, capace di immortalare la sofisticata ed elegante cultura della classe politica al governo. Un’epoca che, ancor’oggi, fa risplendere il nostro Paese in tutto il mondo.

L’Abramo di Rembrandt

Il secondo top ci proietta due secoli più avanti. Siamo nel 1646 quando l’olandese Rembrandt Harmensz. van Rijn firma una piccola tavola (16x21 centimetri) sulla quale raffigura Abramo circondato da angeli uno dei quali, quello centrale, illumina come fosse fosforescente tutta la scena. Questo piccolo pannello, rimasto in mani private per un secolo e mezzo, è paradossalmente una delle opere più documentate dell’artista e ha dunque la particolarità fondamentale di non essere mai messo in dubbio in letteratura. Viene per la prima volta descritto in una transazione ad Amsterdam tra due mercanti il 28 marzo 1647, un anno dopo la sua esecuzione. Oggi stima tra 20 e 30 milioni di dollari. Su questi due capolavori si impernia la vendita newyorchese in arrivo da Sotheby’s che presenta in totale 46 capolavori offerti con stime a partire da 70 mila dollari.

I moderni

Chi ama l’Ottocento e il primo Novecento può dare un’occhiata all’asta Tajan (www.tajan.com) di mercoledì 20 in cui, a dispetto del titolo «Arte moderna e contemporanea», si trovano alcune opere interessanti a stime attraenti. Per gli antichi da seguire le vendite romane di Babuino di domani e martedì in cui vengono presentati lotti a offerta libera. Sempre in Italia, Pandolfini a Firenze offre il 19 e il 20 Design e arte moderna (www.pandolfini.it). Ma la mente e il cuore restano su quel magnifico ritratto botticelliano. Simbolo di un’Italia che fu.

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