17 gennaio 2021 - 17:20

Guardiagrele, il paese in Abruzzo con 29 casi di variante inglese da coronavirus

Il cluster diffuso in 4-5 famiglie: nessuno era mai stato all’estero di recente. In provincia di Chieti sono una cinquantina i casi della variante. Il focolaio a oggi sembra circoscritto

di Cristina Marrone

Guardiagrele, il paese in Abruzzo con 29 casi di variante inglese da coronavirus
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La storia di Guardiagrele, paese di 9.000 anime in provincia di Chieti l’ha raccontata il Washington Post. Il paese, sede del parco nazionale della Majella, da fine gennaio ha visto un incremento di contagi giornaliero di coronavirus preoccupante: 5-10-12-19 casi, numeri elevati per una realtà tanto piccola fino ad arrivare a 113 casi accertati. L’analisi genomica eseguita dall’Istituto Zooprofilattico di Teramo ha accertato che 29 dei casi registrati nel piccolo centro abruzzese sono da far risalire alla variante inglese, conosciuta ufficialmente come B.1.1.7 , ritenuta da esperti in tutto il mondo più contagiosa seppur non più aggressiva. Forse la maggior contagiosità, forse il fatto che nei paesi più piccoli le relazioni sociali sono più frequenti ha fatto crescere la curva dei contagi. La provincia di Chieti conta in tutto una cinquantina di casi di variante inglese ma altri esami sono in corso nel laboratorio di Teramo e il numero è destinato a crescere.

La variante concentrata in 4-5 famiglie

Il sindaco di Guardiagrele, Donatello di Prinzio, conferma i dati. «Venerdì l’Asl ci ha comunicato ufficialmente la situazione». Il primo caso è stato identificato il 24 dicembre, a ruota ne sono seguiti altri tre dello stesso nucleo familiare. «Si tratta di 4-5 famiglie numerose che si sono trasmesse il virus mutato. Nessuno si è ammalato gravemente, pochi sono stati ricoverati per un breve periodo in ospedale. Quasi tutti sono già rientrati in comunità. Nessuno di questi 29 è stato all’estero nell’ultimo periodo, segno che siamo già almeno al 2-3 passaggio della catena di contagio».

La sorveglianza genomica

La variante insomma circola, basta cercarla. Ma non tutti i laboratori sono attrezzarti per farlo. La sorveglianza genomica per tracciare i cambiamenti del virus è un’attività complessa e costosa che non viene eseguita in modo costante in Italia, e non solo in Italia. I dati vengono inseriti in una banca data internazionale, GISAID. «Il tracciamento è un lavoro non banale che non si può fare su tutti i campioni, dipende molto dalla quantità di virus presente- conferma Nicola D’Alterio, direttore generale dell’Istituto Zooprofilattico di Teramo, centro di riferimento genomico in Italia dal 2017. A Guardiagrele il 10% della popolazione è stata sottoposta a tampone, ed è una percentuale altissima. Oggi possiamo dire che il focolaio è stato bloccato».

Curva dei contagi stabilizzata

«Dopo giorni di crescita la curva dei contagi sembra stabilizzata. Ieri non è stato registrato nessun nuovo caso, segno che le cose stanno andando bene. Confesso che a fine dicembre inizio gennaio ero preoccupato tant’è che ho chiesto l’aiuto della protezione civile per sensibilizzare la popolazione a comportamenti adeguati alla situazione, con richiami se davanti ai bar si radunava troppa gente o se qualcuno indossava male la mascherina. Ho anche fatto chiudere i parchi pubblici dopo che ci siamo accorti che i contagi salivano tra i 18 e i 22 anni. I ragazzi, con le scuole chiuse si vedevano fuori, spesso senza mascherina e senza distanziamento».

Lo screening di massa

Da domani a Guardiagrele si comincia con lo screening per Covid-19 su tutta la popolazione con tamponi rapidi antigenici. Si parte con gli studenti delle scuole superiori, poi tocca agli adulti e ai bambini delle scuole primarie e secondarie. L’obiettivo è rintracciare quanti più casi asintomatici possibile per evitare che l’epidemia possa riprendere.

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