i nuovi provvedimenti del governo

Nuovo decreto: spostamenti tra regioni vietati fino al 5 marzo, stato di emergenza al 30 aprile

Il Governo estende le restrizioni sperimentate durante le Feste fino al 5 marzo. E introduce anche una quarta area bianca

Coronavirus, nuovo dpcm, ecco le misure in arrivo: weekend, movida, palestre

4' di lettura

Il governo prolungherà al 30 aprile lo stato di emergenza per il Covid. Lo ha annunciato il ministro della Salute Roberto Speranza, intervenuto in mattinata alla Camera per illustrare i contenuti dei nuovi provvedimenti che saranno in vigore dal 16 gennaio. «Quando tutti i parametri peggiorano contemporaneamente abbiamo l'obbligo di prendere nuove misure e il governo ritiene inevitabile prorogare al 30 aprile stato di emergenza - ha detto Speranza -. Questa settimana c'è un peggioramento generale della situazione epidemiologica in Italia, aumentano le terapie intensive, l'indice Rt e focolai sconosciuti. Non facciamoci fuorviare. l'epidemia è nuovamente in una fase espansiva».

L’informativa del ministro è stata effettuata il giorno che ha registrato lo strappo definitivo di Italia Viva e la conseguente fine dell’esperienza politica del Conte due. In serata si riunirà il Consiglio dei ministri per dare il via libera a un nuovo decreto legge. Venerdì Conte dovrebbe firmare invece il nuovo Dpcm che prorogherà tutte le restrizioni ormai note, compresa la conferma dello stop allo sci, e potrebbe prevedere lo stop all’asporto dopo le 18 nei bar limitandolo forse solo alle bevande. Ma prevederà anche delle riaperture simbolicamente importanti: quella dei musei che apriranno i battenti nelle Regioni gialle.

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Spostamenti tra regioni vietati fino al 5 marzo

Nella bozza del nuovo decreto si legge che in tutta Italia «sono vietati gli spostamenti tra le regioni e le province autonome dal 16 gennaio 2021 al 5 marzo 2021», salvo quelli «motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute. È comunque consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione». Non solo. La stretta valida in tutta Italia prevede che per altri cinquanta giorni ci sarà la possibilità di visitare nelle case parenti o amici una sola volta al giorno al massimo in due persone (esclusi gli under 14). Confermato anche l'intervento sugli indici di rischio, per facilitare l'ingresso in zona arancione delle regioni a rischio alto.

Al via le aree bianche

Ma accanto alla stretta che introduce anche un nuovo criterio (basterà essere definiti a «rischio alto» secondo il report Iss) che farà scattare automaticamente la «zona arancione» per le Regioni, il nuovo decreto introduce ufficialmente una nuova zona: la cosiddetta «area bianca» dove potrebbero cadere gran parte delle limitazioni che colpiscono le Regioni in zona gialla, arancione e rossa. Qui potrebbero riaprire anche teatri, cinema, palestre.

Drammatico mutamento indice rischio in Regioni

A ribadire la necessità di tenere alta la guardia è stato il ministro della Salute Roberto Speranza che prima alla Camera e poi al Senato dopo aver spiegato che il Covid dopo l’arrivo dei vaccini «ha i giorni contati» ha però ricordato come la «nottata non è passata». «A livello nazionale - ha affermato il ministro in aula - il tasso di occupazione delle terapie intensive torna ad attestarsi sopra la soglia critica del 30% e c'è un drammatico mutamento dell'indice di rischio attribuito alle Regioni: 12 regioni e province autonome sono ad alto rischio, 8 sono a rischio moderato di cui 2 in progressione a rischio alto e una sola regione è a rischio basso».

Serve collaborazione, zero polemiche

Il messaggio è stato chiaro: serve una collaborazione istituzionale, zero polemiche. «La collaborazione tra governo, regioni e comuni - ha continuato Speranza - ci ha consentito di resistere anche quando siamo stati investiti dalle onde più alte, senza uno sforzo unitario delle istituzioni non si sarebbe arginato questo nemico. Non c'è altra strada diversa dall'unita per affrontare questa emergenza, la più grande dal dopoguerra. ecco perché mi rivolgo alla maggioranza e all'opposizione».

Aumento dosi vaccini avverrà in tempi non lunghi

Un passaggio dell’intervento di Speranza è stato sulla disponibilità di vaccini. «Siamo ragionevolmente fiduciosi - ha detto - che un aumento delle dosi disponibili avverrà in tempi non lunghi, aspettiamo fiducioso certi che Ema e Aifa non perderanno neanche un giorno nel loro lavoro. Vogliamo correre ma dobbiamo farlo nell'assoluta sicurezza, ecco perché dobbiamo dare agli scienziati tutto il tempo necessario per completare il loro lavoro».

Nel primo trimestre 2021 anche vaccino Johnson

Il responsabile della Salute ha ricordato che «nel primo trimestre 2021 è attesa l'autorizzazione anche del vaccino di Johnson & Johnson. I risultati del vaccino italiano ReiThera - ha aggiunto - sono molto incoraggianti. Stiamo lavorando parallelamente ad organizzare le forze e l'Italia è pronta a mettere in campo una squadra forte: si aggiungeranno 40 mila medici ed entreranno anche le farmacie in campo».

Convinto italiani si vaccineranno senza obbligo

Nella parte finale dell’intervento in aula il ministro ha ricordato che «è una soddisfazione per tutti vedere che oggi siamo i primi in Ue per somministrazione dei vaccini anti-covid», e si è detto convinto che non occorre prevedere un obbligo di vaccinazione, in quanto «in un clima positivo di dialogo sono convinto che la stragrande maggioranza degli italiani deciderà di vaccinarsi senza ricorrere all'obbligo. Per il governo resta comunque fondamentale l'obiettivo dell'immunità di gregge che perseguiamo con ogni energia». Il vaccino, ha concluso Speranza, non è una guerra tra fan della scienza e cavernicoli: «A chi ha dubbi sui vaccini dobbiamo rispondere con la trasparenza, l'evidenza scientifica e la capacità di ascolto e dialogo, non con gli insulti o con una guerra ideologica tra fan della scienza e primitivi delle caverne».

Priorità vaccini medici,Rsa, over-80 è civiltà

«Le prime tappe della campagna di vaccinazione sono chiare e definite - ha continuato Speranza -: innanzitutto il personale sanitario, le Rsa e le persone dagli 80 anni in su. Si tratta di oltre 6 milioni di persone di cui più di 4 sono over-80. Aver scelto questa priorità rappresenta un tratto di umanità e civiltà profondamente giusto. Non credo ci possano essere dubbi: il Ssn, tanto più in una grave emergenza, ha obbligo di tutelare innanzitutto il diritto alla salute a partire dai più deboli, che corrono più rischi di perdere la vita».

Tenere fuori da battaglia politica salute italiani

Il ministro ha avvertito che «nei prossimi mesi sarà tutto terribilmente complicato, teniamo fuori dalla battaglia politica la salute degli italiani, sarebbe errore imperdonabile rallentare a pochi metri dal traguardo, nell'ultimo miglio».

Venerdi 15 gennaio nuove ordinanze. Ad oggi 12 regioni a rischio alto

Arriveranno venerdì 15 gennaio - secondo quanto si apprende - le ordinanze del ministro Speranza con le nuove classificazioni delle regioni per fasce di rischio. Secondo l'ultimo monitoraggio della cabina di regia - riportato oggi da Speranza nelle comunicazioni alla Camera - 12 regioni e province autonome sono ad alto rischio, 8 sono a rischio moderato di cui 2 in progressione a rischio alto e una sola regione è a rischio basso.

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