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MONDO

Dopo l'assalto a Capitol Hill

Trump: i Dem tentano l'impeachment, accusa di "incitamento alla rivolta". Ombra sul 2024

Stato di accusa per aver causato le violenze di mercoledì scorso. Obiettivo dell'impeachment è che il tycoon non possa mai più candidarsi

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Twitter, President Donald Trump (AP Photo)

Donald Trump rischia un nuovo impeachment: un eventuale processo appare destinato a concludersi solo dopo il giuramento del suo successore, Joe Biden, ma potrebbe impedire al presidente uscente di ricandidarsi nel 2024.

I preparativi da parte della maggioranza democratica sono cominciati ieri e la speaker della Camera, Nancy Pelosi, non ha ancora dato il via liberà definitivo alla presentazione delle accuse; tuttavia, ha assicurato, avvierà il processo politico se Trump non si dimetterà immediatamente, cosa che appare molto improbabile.

I tempi sono peraltro strettissimi: il primo impeachment del presidente Trump richiese un mese, due settimane e quattro giorni, dall'inizio alla sua bocciatura; il secondo impeachment ha meno di due settimane per arrivare al compimento. I Democratici possono presentare le accuse contro Trump lunedì e votare nel plenum per accusarlo formalmente a metà della prossima settimana; però è il Senato che deve tenere il processo politico.

La Camera potrebbe accelerare i tempi al massimo in modo di arrivare alla messa in stato d'accusa in pochi giorni, ancora prima dell'Inauguration Day del 20 gennaio. La tabella di marcia consueta richiede infatti inchieste, udienze e settimane di dibattito. Con l'accordo di alcuni Repubblicani, i Democratici possono però aggirare la Commissione Giustizia, stendere le accuse e passare subito al voto dell'Aula: dal momento che il Congresso si è appena insediato e le commissioni non sono ancora state nominate, questa prospettiva sarebbe anche l'unica praticabile. Ma improbabile riesca a fare altro.

Poi la palla passerà al Senato, dove è sufficiente una maggioranza semplice, conquistata per un soffio dai Democratici grazie ai ballottaggi in Georgia, per portare a termine la procedura. Il leader della maggioranza repubblicana al Senato, Mitch McConnell, ha inviato oggi un memo ai senatori nel quale ricorda che è praticamente impossibile discutere l'impeachment prima del 19 gennaio, quando è prevista la prossima seduta. Una sessione straordinaria richiede la presenza di tutti i senatori, una prospettiva quasi impossibile e, dal momento che deve passare almeno un giorno dalla ricezione del testo della Camera alla discussione, un voto del Senato avverrebbe nella migliore delle ipotesi in contemporanea con il giuramento di Biden.

Nella bozza di risoluzione circolata, Trump viene accusato di aver "incitato deliberatamente alla violenza" chiesto ai suoi seguaci di marciare sul Campidoglio per interferire nel processo di ratifica della vittoria del Congresso di Biden; di aver incoraggiato l'insurrezione dei suoi sostenitori e di aver "seriamente messo in pericolo la sicurezza degli Stati Uniti e delle sue istituzioni governative".

"Ha minacciato l'integrità del sistema democratico, ha interferito nella transizione pacifica del potere e messo in pericolo un ramo del governo. Pertanto, ha tradito la fiducia come presidente, con un conseguente danno manifesto al popolo degli Stati Uniti".

La risoluzione sull'impeachment accusa dunque Trump di "istigazione all'insurrezione" ma punta anche a fare in modo che non possa ricandidarsi: e' il passaggio finale della bozza, in cui si chiede che Trump sia "escluso dall'occupare o utilizzare qualsiasi incarico di onore, fiducia o vantaggio negli Stati Unitici". Ed è proprio questo l'obiettivo non solo dei Democratici, ma di diversi Repubblicani che non solo erano entrati in rotta con il presidente ma non vogliono averlo come concorrente qualora decidano di correre per le prossime primarie.

Twitter sospende definitivamente Trump
Twitter ha intanto sospeso in via definitiva l'account di Donald Trump per  "il rischio che inciti ulteriormente alla violenza". La rabbia del presidente americano è stata immediata: ha provato a usare l'account ufficiale @POTUS, ma Twitter ha rimosso immediatamente i suoi cinguettii. E quindi è ricorso a un tradizionale comunicato della Casa Bianca.