Esteri

Stati Uniti, un piano da 908 miliardi per disoccupati e imprese colpiti dal Covid

La speaker Nancy Pelosi accende l'albero di Natale a Washington (afp)
La nuova manovra di stimolo lanciata grazie a un accordo al centro tra democratici e repubblicani: un passo fondamentale per mettere in campo azioni prima dell'insediamento di Biden ma anche per i futuri equilibri al Senato
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New York Novecentootto miliardi di dollari per aiutare subito i disoccupati, le piccole imprese, la finanza locale stremata dalle spese di emergenza: è la nuova “manovra di stimolo” che l’America potrebbe varare in tempi rapidi, durante la tempestosa transizione tra il presidente uscente Donald Trump (che continua a rifiutare la sua sconfitta) e il presidente-eletto Joe Biden che s’insedierà solo il 20 gennaio.

La schiarita che consente un accordo bipartisan è maturata ieri sera quando la presidente della Camera, la democratica Nancy Pelosi, ha accettato la proposta di compromesso avanzata da un piccolo gruppo di repubblicani e democratici moderati al Senato. Su questa base si potrebbe varare la manovra prima di Natale senza aspettare l'insediamento del nuovo presidente. È un'ottima notizia per le famiglie e per l'economia americana. Le ultime manovre erano state approvate in primavera e ormai avevano esaurito i loro effetti. Inoltre questo è un assaggio del nuovo "modus operandi": Biden per governare dovrà puntare continuamente su questa geometria di mini-accordi al centro se i repubblicani conservano la maggioranza al Senato anche dopo le elezioni suppletive del 5 gennaio in Georgia. Compromessi come questo scontentano la sinistra del suo partito, ma permettono di superare l'ostruzionismo repubblicano al Senato.

La manovra da 908 miliardi si colloca a metà strada tra le proposte dei democratici e dei repubblicani che fino alle elezioni sembravano inconciliabili. Darebbe per 18 settimane 300 dollari a settimana di indennità di disoccupazione aggiuntiva ai senza lavoro, che si aggiungerebbero ai sussidi degli Stati; trasferirebbe 160 miliardi nelle casse degli Stati; 288 miliardi sarebbero i nuovi aiuti alle piccole imprese. Ci sarebbe anche una clausola controversa, che i repubblicani vogliono ottenere: uno scudo legale di breve termine per proteggere le imprese dalle cause per danni legate al covid.

Il dialogo è ripartito grazie alla “banda dei quattro”. Sono quattro senatori moderati: tre repubblicani (Mitt Romney dello Utah, le senatrici Susan Collins del Maine e Lisa Murkowski dell’Alaska) più il democratico centrista Joe Manchin, senatore della West Virginia, vero regista di tutta l'operazione. Con un Senato che nel 2021 conserverà probabilmente un'esile maggioranza repubblicana di due voti, questo gruppo avrà un'influenza cruciale. La “banda dei quattro” ha coinvolto nel lancio di questa proposta qualche altro moderato (le due senatrici democratiche del New Hampshire, Jeanne Shaheen e Maggie Hassan), l’indipendente Angus King del Maine, il repubblicano Bill Cassidy della Louisiana. È un segnale importante. Qualcosa comincia a muoversi in una situazione politica che era paralizzata. All’insegna del pragmatismo, il gruppetto dei moderati vuole far parlare tra loro i due capi: la Pelosi e il capogruppo repubblicano al Senato Mitch McConnell.

La lunga campagna elettorale aveva messo in stand-by la politica economia della nazione più ricca del pianeta. L’America ha una politica monetaria estremamente espansiva. Ha avuto delle manovre di spesa pubblica molto energiche in primavera, tre in tutto: al punto da far lievitare il rapporto deficit/Pil al 16% e il debito pubblico al 100% del Pil. Ma dalla fine della primavera si è fermato tutto. Gli ultimi aiuti federali consistenti alle famiglie si sono esauriti d’estate; quelli alle imprese hanno continuato in parte ad affluire grazie a uno sportello speciale aperto dal Tesoro presso la Federal Reserve ma ora sono finiti anche quelli. L’economia americana continua a navigare un po’ per inerzia, per l’effetto residuo delle manovre di spesa della prima metà dell’anno, e un po’ perché gli “spiriti animali” di questo capitalismo non si lasciano abbattere facilmente. Però c’è un disperato bisogno di nuovi interventi pubblici. Lo dice il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell: “Le prospettive dell’economia sono straordinariamente incerte”. Il presidente-eletto Joe Biden ha lanciato un appello al Congresso: “Ci sono troppe famiglie in bilico, ai limiti della sopravvivenza, occorre una robusta manovra di salvataggio”. Forse stavolta saranno ascoltati.