24 novembre 2020 - 14:32

Morto Paolo Gabriele, il «corvo» del caso Vatileaks aveva 54 anni

Nel 2012 si rese protagonista dello scandalo rubando documenti privati di Ratzinger e divulgandoli ai giornali. Fu condannato dal Tribunale vaticano e poi graziato

di Virginia Piccolillo

Morto Paolo Gabriele, il «corvo» del caso Vatileaks aveva 54 anni
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Era stato il «corvo». L’uomo dello scandalo Vatileaks. Il primo a finire agli arresti in una cella della gendarmeria vaticana. Il primo a esser stato condannato (la pena fu di 18 mesi di reclusione) per aver squarciato il velo su segreti che ancora scuotono dall’interno la pace della Santa Sede. Poi, a Natale 2012, la grazia di papa Ratzinger. E l’oblio. Fino alla lunga malattia. E alla morte, arrivata martedì 24 novembre all’Ospedale Policlinico Gemelli.

L’inchiesta

Si chiude così la parabola di Paolo Gabriele, l’uomo finito sotto i riflettori dei media di tutto il mondo per aver trafugato dalla scrivania di Benedetto XVI i documenti che testimoniavano le guerre intestine di Oltretevere. Culminate con la clamorosa rinuncia al papato di Benedetto XVI, ma proseguite anche dopo l’elezione al soglio pontificio di Jorge Mario Bergoglio. E poi, fino alla fine, avvolto in un cono d’ombra.

Segreti e finanze

L’«aiutante di camera» di Benedetto XVI, dall’interno dell’appartamento papale aveva sostenuto a processo di aver iniziato a raccogliere documenti top secret dopo il caso Viganò. L’ex segretario del Governatorato (la «banca» del Vaticano) che aveva lamentato la cattiva gestione finanziaria vaticana precedente la suo arrivo. E protestava per il suo spostamento a Washington come nunzio apostolico. La «raccolta di documenti era andata avanti dal 2010-2011: a volte raggruppavo le carte, seguivo il mio istinto». Un’azione di spionaggio compiuta, aveva spiegato, «per lo stato d’animo e lo sconcerto per una situazione diventata insopportabile e diffusa ad ampio raggio in Vaticano». Una situazione che tornò alla ribalta di nuovo con il secondo scandalo Vatileaks. Entrambi pubblicati dal giornalista Gianluigi Nuzzi.

La grazia

Dopo la grazia Paolo Gabriele aveva vissuto una vita riservata. Fuori dai clamori e con incarichi molto limitati. Al Bambin Gesù lavorava in una associazione di volontariato che forniva assistenza alle famiglie. Senza più tornare al centro dell’attenzione. Nel silenzio l’uscita definitiva di scena.

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