Non dimentichiamo di scrivere a mano: ci fa imparare meglio

Uno studio recupera l'importanza della scrittura a mano come esercizio multisensoriale in grado di attivare specifiche aree cerebrali e predisporci all'apprendimento, soprattutto nei bambini
Non dimentichiamo di scrivere a mano ci fa imparare meglio

Scrivere a mano sembra quasi un gesto in via d’estinzione. Fra gli infiniti tap sui tanti display che ci circondano, sulle tastiere, sui supporti di ogni tipo, la penna la usiamo forse per la lista della spesa, per firmare (e spesso neanche in quel caso) e per annotare i pensieri su un diario, ovviamente per chi lo tiene. Eppure, lo testimonia un nuovo studio norvegese, scrivere a mano influenza in profondità le capacità di apprendimento dei bambini, aiutandoli a imparare più agevolmente.

Secondo la neuroscienziata olandese Audrye van der Meer della Norwegian University of Science and Technology insegnare ai ragazzi a scrivere a mano a scuola, ed esercitarli in modo continuativo, è «vitale» anche e soprattutto nell’era digitale. Lo studio è piccolo ma significativo: l’esperta ha reclutato 12 giovani adulti e 12 bambini sottoponendoli ad elettroencefalogramma in grado di tracciare le onde di attività cerebrale per capire quali aree del cervello fossero attivate durante la scrittura con carta e penna. Anzi, non proprio con carta e penna. Ai due gruppi di partecipanti sono state infatti mostrate 15 diverse parole su uno schermo e chiesto loro di usare una penna digitale per scriverle (ma anche illustrarle) su un display touch e anche di digitarle su una tastiera.

I risultati? La ricerca, pubblicata sulla rivista Frontiers in Psychology, ha dimostrato come la scrittura a mano e la realizzazione degli schizzi avessero attivato determinate aree del cervello in grado di favorire l’apprendimento di nuove informazioni rispetto alla semplice attività di digitazione. «I movimenti delicati e controllati in modo preciso previsti dalla scrittura a mano contribuiscono all’attivazione di pattern cerebrali legati all’apprendimento – ha scritto l’autrice – usando una tastiera, al contrario, non abbiamo trovato traccia dell’attivazione di questi schemi». Non una notizia da poco, significherebbe che la scrittura manuale predispone di più e meglio gli esseri umani, specie i più piccoli, all’acquisizione di nuove informazioni.

Il gesto stesso di piazzare una penna su un pezzo di carta, o in questo caso uno stilo digitale su uno schermo ma con gli stessi movimenti, coinvolge più esperienze sensoriali. Per spiegarla senz’altro meglio, con le parole di Van der Meer, «fornisce al cervello più ganci per aggrapparci le proprie memorie». Questo perché «premendo una penna sulla carta vengono attivati molti sensi, si vedono le lettere che si stanno scrivendo, si ascolta il suono della scrittura. Queste esperienze sensoriali creano contatti fra diverse parti del cervello e lo predispongono a imparare. Impariamo e ricordiamo meglio al contempo» scrivendo a penna invece che su tastiera. Un’informazione di cui, specie in tempo di paventato ritorno alla didattica a distanza, dovremmo fare tesoro: affidarsi ai dispositivi digitali non deve significare abbandonare la praticità della scrittura.

L’uso di smartphone e dispositivi digitali è aumentato enormemente nell’ultimo decennio, come dimostrano numerosi rapporti fra cui l’EU Kids Online 2020. In certi paesi, i ragazzi trascorrono già di base – senza cioè le imposizioni legate al coronavirus – oltre tre ore al giorno di fronte ai monitor e in altri le lezioni di scrittura sono state ridotte o eliminate dai programmi scolastici, a favore di sempre più lezioni di competenze digitali, ovviamente altrettanto importanti. Eppure, secondo Van del Meer, che pure riconosce il valore delle digital skill, «un ambiente di apprendimento ottimale deve includere le migliori forme di tutte le discipline, considerando i punti forti e il supporto che ciascuna può offrire. In questo modo sia lo sviluppo cognitivo e l’efficienza nell’apprendimento possono uscirne rafforzate e i ragazzi di tutte le età e i loro insegnanti potranno farsi trovare pronti per gli sviluppi tecnologici e le sfide digitali del futuro».

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