30 ottobre 2020 14:50
  • Le nuove restrizioni nazionali per combattere il covid-19 in Germania e in Francia toccano quasi ogni angolo della vita pubblica, scrive il New York Times, con l’eccezione della scuola. Non tutti sono soddisfatti delle decisioni prese, ma i governi continuano a inserire misure ulteriori per ridurre il rischio negli istituti: l’obbligo della mascherina, la regolare aerazione delle aule e l’uso scaglionato dei cortili durante la ricreazione. In tutto il mondo c’è una grande e crescente preoccupazione che la pandemia stia danneggiando irrimediabilmente lo sviluppo emotivo e scolastico di un’intera generazione di bambini e ragazzi, rendendo più difficile per i genitori – soprattutto per le madri – lavorare da casa. Inoltre, anche se l’apertura delle scuole non è priva di rischi, il tasso di trasmissione del covid-19 è relativamente basso: “Più dati vedo, più posso constatare che i bambini non guidano la trasmissione, soprattutto in ambito scolastico”, spiega Brooke Nichols, ricercatrice della Boston university school of public health. I dati raccolti in tutto il mondo, scrive Nature, suggeriscono sempre più spesso che le scuole non siano focolai di covid-19. Infatti, nonostante i timori, i contagi non sono aumentati quando le scuole e gli asili sono stati riaperti dopo l’allentamento delle misure restrittive. Tuttavia, le ricerche mostrano anche che i bambini possono infettarsi e a loro volta infettare, ma i più grandi hanno maggiore probabilità di trasmetterlo ad altri rispetto a quelli molto piccoli.
  • “Siamo rimasti tutti sorpresi”. A chi critica la sua gestione della pandemia di covid-19 in Francia, il presidente Emmanuel Macron ha risposto, il 28 ottobre in diretta nazionale, che il virus oggi circola in modo molto più diffuso di quanto previsto dal peggior scenario. Ma, secondo Le Monde, sbaglia. All’inizio di ottobre il governo si è affidato alle previsioni fatte dall’istituto Pasteur il 25 settembre. Queste proiezioni, che preoccupavano il governo, segnalavano una possibile saturazione dei reparti di rianimazione già per la metà di novembre. Allo stesso tempo, il 22 settembre, il consiglio scientifico covid-19 (il comitato di esperti a cui si appoggia il governo per le sue decisioni sulla pandemia) aveva allertato il governo con una nota sui rischi di una diffusione incontrollata del virus. Gli scienziati hanno delineato tre scenari: uno in cui i contagi fossero rimasti stabili, uno in cui fossero diminuiti, e l’ultimo in cui fossero peggiorati. Il terzo è quello in cui si trova la Francia oggi, quindi è tutt’altro che una sorpresa, ma, al contrario di quanto ha detto Macron, era stato ben delineato.
  • In Italia alcuni dei luoghi più colpiti dall’epidemia in primavera, scrive The Economist, ora sembrano godere di un certo grado d’immunità. In Lombardia, focolaio principale della prima ondata italiana, da marzo a giugno è morto l’83 per cento di persone in più, per qualsiasi causa, rispetto alla media storica, un eccesso che rappresenta lo 0,3 per cento della popolazione. Nella provincia di Bergamo il tasso è stato dello 0,6 per cento, e perfino superiore all’1 per cento in trenta dei 243 comuni bergamaschi. Se da qualche parte ci sono abbastanza anticorpi per ostacolare il covid-19, dovrebbero essere in queste cittadine. Il governo lombardo non rende pubblico il conteggio dei casi per ogni area. Ma il giornalista Isaia Invernizzi, continua l’Economist, ha avuto accesso a dati interni, da cui emerge che le città più colpite oggi stanno reagendo insolitamente bene. Dal 1 settembre, i comuni con morti in eccesso nella prima ondata di almeno lo 0,5 per cento della popolazione hanno totalizzato 216 casi ogni centomila persone, un terzo rispetto alle aree con morti in eccesso intorno allo 0,1 per cento. Anche il distanziamento fisico ha rallentato il virus. Secondo Google, i lombardi si sono mossi più o meno del 24 per cento in meno a luglio rispetto a gennaio, il calo più forte in Italia. Ma il calo è stato simile in tutta la Lombardia. Questo lascia pensare che un certo grado d’immunità possa essere una spiegazione plausibile delle differenze nel conteggio dei casi all’interno della regione. I dati, precisa il settimanale britannico, non dimostrano che puntare sull’immunità di gregge possa essere una soluzione. Senza un vaccino, il costo per ottenerla sarebbe troppo elevato, come sanno bene gli abitanti di Bergamo e dintorni.
  • L’Unione europea ha deciso di stanziare 220 milioni di euro per aiutare i paesi con le terapie intensive sovraccariche a trasferire i pazienti in altri paesi dell’Ue con disponibilità di posti letto negli ospedali. L’ha annunciato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, dopo la videoconferenza del 29 ottobre tra i leader dell’Ue. Ma per facilitare questi trasferimenti, ha detto Von der Leyen, è importante per gli stati “condividere dati precisi e in tempo reale”. La Commissione ha chiesto agli stati membri di migliorare la condivisione dei dati tra i diversi sistemi di tracciamento nazionali e di armonizzare le regole sui tempi di quarantena. I leader europei hanno anche concordato di coordinare meglio i piani nazionali per la distribuzione del vaccino, in modo da garantire l’equo accesso a tutti gli stati. Altro punto al centro del vertice è stato lo spostamento tra i paesi: la Commissione intende pianificare “entro la fine dell’anno” un modulo unico europeo per chi viaggia per motivi ritenuti essenziali.
  • In tutta Europa gli ospedali si stanno riempiendo a una velocità allarmante. La nuova ondata di contagi minaccia di portare al collasso i sistemi sanitari dei paesi più colpiti dal virus. In Belgio, tutti i servizi ospedalieri non essenziali sono stati posticipati per affrontare l’afflusso dei pazienti con il covid-19: nell’ultima settimana il numero di casi positivi nel paese è quasi raddoppiato. Il governo della Croazia ha chiesto ai medici in pensione di tornare in servizio, mentre nei Paesi Bassi le unità di terapia intensiva sono già piene e le autorità sanitarie sono state costrette a trasferire alcuni pazienti in Germania. Secondo i dati del governo francese, duemila nuovi pazienti sono ricoverati ogni giorno in Francia. In Germania, la cancelliera Angela Merkel ha annunciato nuove restrizioni per “evitare situazioni estremamente difficili”: i ricoveri sono raddoppiati negli ultimi dieci giorni e quasi 1.500 pazienti sono in terapia intensiva.
  • In Thailandia il governo ha annunciato il 28 ottobre la proroga dello stato d’emergenza per un altro mese. Il decreto scade alla fine di ogni mese a meno che non sia rinnovato. Intanto il comitato nazionale per le malattie infettive ha approvato la bozza di legge che ridurrebbe il periodo di quarantena obbligatorio per chi rientra dall’estero da 14 a 10 giorni, mentre per i restanti quattro basterebbe il monitoraggio. La bozza contiene, inoltre, le linee guida per la gestione delle strutture usate per la quarantena. Il ministro della sanità e vice primo ministro, Anutin Charnvirakul, ha detto che la nuova bozza di legge ha lo scopo di rafforzare le misure di contenimento per riaprire il paese al turismo e rilanciare l’economia.

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