26 ottobre 2020 - 22:41

Milan-Roma 3-3: doppio Ibra non basta, Kumbulla frena la corsa rossonera

Un ottimo Leao in versione assistman per lo svedese e Saelemaekers, ma anche una topica di Tatarusanu: i giallorossi pareggiano, l’arbitro è il peggiore

di Carlos Passerini

Milan-Roma 3-3: doppio Ibra non basta, Kumbulla frena la corsa rossonera
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Gol, spettacolo e polemiche nel derby delle proprietà made in Usa, per un pareggio che alla fine lascia un senso di amaro più al Milan che alla Roma. Tre volte in vantaggio e tre volte riacchiappati, i rossoneri di Pioli conquistano un punto che comunque consente loro di allungare ulteriormente in classifica, portando a più due il distacco sulle prime inseguitrici Napoli e Sassuolo. Fosse arrivata una vittoria, il solco sarebbe stato diverso, si sarebbe potuto anche parlare di fuga, ma il gol di Kumbulla all’84 ha fissato il risultato sul definitivo pareggio che dà una scossa alla Roma, che ha avuto il merito di crederci fino alla fine. Per i rossoneri è stata comunque una prova di forza.

C’è stato un tempo, neanche troppo lontano, in cui il contraccolpo della positività al Covid di un leader come Donnarumma a poche ore da una partita di questo genere sarebbe stato tremendo. Non è più così. E più ancora che nei punti, nelle 22 giornate senza perdere, nel primo posto in classifica, è da questi dettagli non dettagli che si nota la crescita di un gruppo che ha margini enormi. Poi, come ha detto il d.t. Maldini, è evidente che la strada è ancora lunga. Evitare certi errori difensivi nei momenti clou sarà il prossimo gradino da fare. Ma se il Milan è lassù, di certo non c’è nulla di casuale.

«Ora dobbiamo dare qualcosa in più», aveva messo in chiaro Pioli. Sottinteso: il difficile viene ora. Anche perché da qui alla prossima sosta, metà novembre, ci sarà da correre: 4 partite in 11 giorni, come per la Roma. Le scelte di formazione mettono però subito in chiaro che gli esperimenti sono rinviati. Pioli s’affida a tutti i suoi titolari, incluso Calhanoglu, protagonista di un rientro lampo dopo la distorsione alla caviglia: la prognosi era di 10 giorni, ne ha impiegati 6. Fonseca recupera il non più positivo Mancini, che ha come compito principale la marcatura di Ibrahimovic. Una strategia chiara — chili e centimetri per provare a fermare lo svedese — ma che va subito in tilt, quando dopo nemmeno due minuti la difesa si fa sorprendere da un lancio di Leao per Ibra, che anticipa Mirante e mette dentro.

Fonseca è una furia, i suoi urlacci rimbombano in un San Siro che dopo l’ultimo Dpcm è di nuovo vuoto. Il più vivo è Dzeko: è lui a riacchiappare la partita con un colpo di testa su corner di Pellegrini, sfruttando un’uscita sbagliata di Tatarusanu e una marcatura larga di Romagnoli. Protagonista diventa Mirante, che le prende tutte, non però il destro col quale Saelemaekers all’alba della ripresa riporta avanti il Diavolo: decisivo anche qui Leao in versione assistman. Sembra la rete che decide la serata, solo che a quel punto l’arbitro Giacomelli, in serata stortissima, concede due rigori inesistenti, uno per parte, il secondo come chiara compensazione per il primo. Veretout fa pari, Ibra firma il nuovo sorpasso, ma poi, a sei minuti dalla fine, sugli sviluppi di un corner, proprio lo svedese liscia una palla che finisce a Kumbulla per il pari finale. Una beffa per il Milan, acuita dal colpo di testa di Romagnoli al 95’ fuori di niente. Fa male, sì. Ma fino a un certo punto.

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