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La protesta infiamma le piazze: incidenti a Milano, Torino, Napoli e Trieste

Commercianti, ristoranti, allenatori sportivi, organizzazioni neofasciste e movimenti pronti a manifestare in molte città d'Italia. I sindaci: "Servono azioni concrete, faremo di tutto per spegnere violenze". Allerta del Viminale
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ROMA - Petardi e bottiglie contro le forze dell'ordine e vetrine infrante a Torino, dove si registrano i disordini più gravi con due poliziotti feriti, cariche di alleggerimento e fermi. Bottiglie molotov, traffico bloccato nel centro di Milano, dove c'è stato un assalto al palazzo della Regione. Petardi e fumogeni contro la prefettura a Trieste. La tensione sociale dopo l'ultimo Dpcm cresce, la protesta infiamma le piazze di tutta Italia e l'allerta del Viminale è massima. "La questione dell'ordine pubblico è diventata molto sensibile e vanno disinnescate le situazioni più a rischio" spiegano fonti qualificate degli apparati di sicurezza. Perciò, già in questi giorni sono state messe in campo una serie di azioni preventive e in ogni caso, viene ribadito, "non saranno tollerati eccessi".

Le notti di Napoli - la prima spezzata a metà e sfociata per almeno 300 manifestanti in guerriglia urbana, la seconda senza incidenti lungo le strade del quartiere Vomero - sono state solo l'inizio. La polveriera sociale del Sud ha dato il "la" e ora l'attenzione per i prossimi appuntamenti, più o meno pubblici, è massima.

"Nelle prossime settimane rischiamo di assistere ad un ampliamento della frattura sociale di cui già si intravedono le prime avvisaglie. I sindaci ne tengono conto e faranno tutto quanto è possibile per mantenere unite le comunità e per spegnere possibili reazioni violente a una situazione tanto difficile" ha detto il sindaco di Bari e presidente Anci, Antonio Decaro. E in queste ore è stato chiesto di prestare maggiore attenzione alla sicurezza dei ministri e del presidente del Consiglio.

Gli incidenti nelle strade sono tornati subito. Già oggi. A Torino alle 20.30 in piazza Castello si è iniziata a riunire la "protesta del popolo" contro "dittatura, coprifuoco e lockdown". Subito sono partiti due grossi petardi contro le forze dell'ordine che hanno risposto con una carica di alleggerimento. Una seconda carica, dopo il lancio di bottiglie e l'esplosione di una bomba carta, ha portato ad almeno dieci fermati, tra i quali ci sarebbero anche ultras delle tifoserie cittadine. Nella terza carica è rimasto ferito alla testa un ragazzo, soccorso dal 118. In via Roma e in Piazza San Carlo, si sono viste scene di 'guerriglia urbana' , sono stati lanciati lacrimogeni per replicare al lancio di bombe carta, sassi e bottiglie. I dimostranti hanno divelto le recinzioni di un cantiere, rovesciato i cassonetti dell'immondizia e danneggiato le vetrine di alcuni negozi di grandi marchi, dai quali è stata rubata della merce. La polizia ha risposto con il lancio di lacrimogeni, due poliziotti sono rimasti feriti.


Dehors danneggiati, le transenne usate per il Giro d'Italia di ciclismo lanciate nella scale della metropolitana, cassonetti rovesciati: si presenta così, a Milano, corso Buenos Aires a pochi minuti dall'inizio di un corteo non autorizzato per protestare contro le misure anti-covid. Una molotov è stata lanciata verso un'auto della polizia locale. Quando sono cominciati i disordini, alcuni persone che erano arrivate in piazza si sono sfilate dalla protesta, troppo accesa, troppo violenta.

In serata un fitto lancio di pietre, bottiglie e grossi petardi verso la sede della Regione Lombardia in via Melchiorre Gioia. I manifestanti, alcuni anche con catene nelle mani, si sono spostati prima da Corso Buenos Aires al Pirelli, in via Fabio Filzi, e poi davanti alla sede della Regione. Il corteo si è poi spostato vicino alla stazione Centrale, dove un  poliziotto è stato ferito, in maniera non grave, da un oggetto. Undici persone sono state fermate e le forze dell'ordine hanno poi disperso il corteo.

A Trieste un corteo di migliaia di titolari di bar, ristoranti, pasticcerie, palestre e piscine scesi in piazza Unità questa sera ha avuto un epilogo movimentato quando, dopo un incontro tra gli organizzatori e le autorità, alcuni dimostranti hanno lanciato fumogeni in direzione della Prefettura. Un gruppo di circa 150 persone si è infatti staccato dalle persone che stavano concludendo la manifestazione in maniera pacifica in piazza. Dopo alcuni gesti di intemperanza, hanno lanciato i fumogeni che, benché siano finiti anche addosso ad alcune persone, non hanno causato né ferimenti né danni.

Tre città teatro delle proteste più accese. Ma da Nord a Sud quasi ovunque si è scesi in piazza con flash mob improvvisati, cortei selvaggi, sit-in, striscioni. E così sarà per tutta la settimana. Oggi alle 18 in piazza Plebiscito a Napoli in centinaia sono arrivati con cartelli del tipo 'Reddito di salute per tutti la crisi la paghino i ricchi'. E davanti a un ristorante di via Santa Lucia, una bara è stata ancorata e i manichini di due camerieri sono stati impiccati. Un sit-in pacifico stavolta che ha avuto il via libera dalle forze dell'ordine per un corteo verso la sede della Giunta Regionale campana e si è ingrossato via via durante il cammino. C'è stato un momento di tensione al termine della manifestazione  quando un gruppo composto da poche decide di persone ha provato a raggiungere il lungomare.La polizia, in tenuta antisommossa, è intervenuta per bloccare i manifestanti e nell'occasione un uomo è stato fermato, ma rilasciato poco dopo.

Sempre a Torino, alle 21, una seconda manifestazione è stata convocata in piazza Vittorio Veneto. In strada potrebbe esserci un mix di presenze, perché nelle indagini preventive si parla sia di ambienti anarchici che di elementi dell'estrema destra. "Il tempo delle richieste - si legge su uno degli appelli social - è finito, sappiamo che chi ci governa non ci ascolta, popolo italiano e piemontese ci dobbiamo riunire ed essere uniti contro questa dittatura". L'altro comunicato, per l'appuntamento di piazza Vittorio Veneto, fa sapere che "partirà una manifestazione pacifica contro il coprifuoco", firmato "un gruppo di cittadini torinesi". I centri sociali intanto guardano e ragionano: "Non ci sono manifestazioni in programma ma la rabbia sociale c'è" dicono da Askatasuna. Pronti alla mobilitazione anche ristoranti, baristi, gestori di pub: "Alle 18 siamo costretti a chiudere, ma avere un futuro è un nostro diritto". È questo il messaggio del manifesto che centinaia di aderenti a Fiepet, la federazione dei pubblici di Confesercenti, hanno affisso sulle proprie vetrine. Intanto in mattinata sono scesi in piazza i tassisti che si sentono colpiti dalle limitazioni del governo perché, si legge in una nota congiunta dei sindacati di categoria, "il nostro lavoro dipende direttamente dall'apertura o meno delle attività".

Una protesta diffusa. Che mette timore. Il rischio, per il Viminale, è che a soffiare sul fuoco della crisi sociale siano le frange più estremiste. E che la disperazione, che il governo spera di sedare con un ristoro economico in tempi brevi, diventi rabbia e la rabbia distruzione. Non solo a Napoli, Milano, Torino, Trieste, Roma.

A Viareggio (Lucca) si sono ritrovati gestori di palestre e impianti sportivi insieme ad altri cittadini. Il corteo, sotto la pioggia, ha raggiunto il Comune. Un altro gruppo di manifestanti, composto in buona parte di giovani, ha occupato il lungomare bloccando il traffico, lanciando petardi e fumogeni. Domani mattina alle 10 è in programma un'altra protesta da parte di ristoratori, baristi e altri commercianti. A Ferrara è sceso in piazza anche il primo cittadino, leghista, per protestare contro il governo.

A Parma un gruppo di minorenni in piazza della Pilotta ha reagito con lanci di bottiglie al richiamo di una pattuglia di carabinieri a mettersi la mascherina. Per manifestazione non autorizzata verranno denunciati una trentina di ultrà del Cagliari che hanno acceso fumogeni fuori dallo stadio Sardegna Arena prima dell'incontro con il Crotone. A Salerno il corteo ha bloccato la circolazione in via Roma: i manifestanti si sono seduti a terra per poi sciogliersi in piazza Portanova. Ma alcune decine di persone hanno cercato di raggiungere la casa del governatore Vincenzo De Luca, principale destinatario dei cori di protesta, respinti dalle forze dell'ordine in assetto antisommossa. Tensione anche a Catania dove alcune bombe carta sono esplose davanti alla sede della Prefettura provocando qualche battibecco tra gli stessi manifestanti, duecento persone auto-convocatesi tramite una campagna anonima lanciata sempre via social. A Siracusa un corteo di 300 persone, soprattutto ristoratori, gestori di bar, pizzerie e palestre, ha attraversato il cuore della città. Stesse scene anche a Pescara, Vicenza, Perugia, Genova, Foggia, Pesaro, Trieste, Bologna, Firenze, Lecce, Campobasso, Sanremo perfino.

A Terni titolari e lavoratori di palestre e scuole di danza si sono ritrovati in piazza Tacito per arrivare fin sotto le finestre del Comune, gridando "libertà" e l'inno di Mameli. Per loro la battaglia è sul piano delle norme - sciopero fiscale e apertura oltre le 18 contravvenendo ai divieti, le proposte - più che di piazza. A Verona invece una trentina di giovani di estrema destra si è radunata intorno a mezzanotte in Piazza delle Erbe, marciando poi per le strade, scandendo insulti verso il premier e accendendo fumogeni. A Ostia hanno sfilato senza preavviso né permessi alcuni negozianti guidati per gran parte del corteo dietro ai tricolori dal consigliere del X municipio Luca Marsella, militante dei neofascisti di Casapound.

Nessun incidente, al contrario della notte romana di sabato con gli scontri e i vandalismi tra piazza del Popolo e il quartiere Flaminio e una decina tra arrestati e denunciati. Lo disse, il 5 settembre, il leader di Forza Nuova Roberto Fiore durante la manifestazione No-Mask: "Questa battaglia per noi è strategica. A eventuali nuovi lockdown risponderemo con la disobbedienza civile e anche incivile".


Sempre a Roma da questa mattina lo slargo davanti alla Camera è il palcoscenico della protesta di ristoratori e baristi, ambulanti e lavoratori delle fiere. Fischi, qualche applauso e tanti selfie all'arrivo di Matteo Salvini: "Esce solo perché sta all'opposizione, se era maggioranza col cavolo che si faceva vedere..."; "Viene qui a farsi i selfie"; "Caccia i soldi", gli ha gridato qualcuno. Il leader della Lega ha provato a conquistarli annunciando "il ricorso al Tar contro questo decreto che ferma le fiere e i congressi". Non molti si convincono, parte qualche applauso ma la piazza resta fredda: "Non siamo di destra né di sinistra, quello che ci fa parlare è la disperazione". Alle 18 invece in piazza dei Mirti a Centocelle l'appuntamento di titolari e rappresentanti di attività commerciali sfileranno per chiedere un sostegno economico al governo. Tra loro diversi gilet gialli, simobolo delle proteste in Francia.

Domani alle 10 toccherà ai gestori di piscine e palestre manifestare a Montecitorio uniti dal grido "Non molliamo, lo sport è salute". Alle 19 invece una "manifestazione spontanea nazionale delle partite Iva e dei lavoratori" è pronta a sbocciare di nuovo in piazza del Popolo. "Roma scende in piazza davvero, la piazza è libera, basta strumentalizzazioni" si legge sul manifesto senza simboli né sigle ma uguale ai tanti apparsi in queste ore, scambiati da un cellulare all'altro.

Nei prossimi giorni è prevista invece una assemblea dei Movimenti per provare a organizzare una piazza che discuta della gravissima crisi economica provocata dalla pandemia e chieda sostegni al reddito. A Firenze già sabato alcuni collettivi e associazioni della sinistra si ritroveranno dalle 14.30 in via Cavour per poi muoversi verso la Prefettura, la Regione e la sede di Confindustria. Ma sarà mercoledì il giorno della mobilitazione nazionale. La Fipe (Federazione pubblici esercizi) manifesterà in 17 città con l'hashtag #siamoaterra.