Gagliano Leuca

Lastation, la stazione d’arte più virtuosa d’Italia sfrattata dal Demanio

Mentre il MiBACT promuove progetti per riqualificare culturalmente le periferie urbane e locali, una delle più interessanti realtà artistiche pugliesi rischia di non avere più lo spazio identitario

di Francesca Guerisoli

Lastation. Ph. Pierpaolo Luca

4' di lettura

La stazione ferroviaria più a sud-est d'Italia è quella di Gagliano Leuca, nel Salento. Ed è anche la più nota a livello nazionale agli operatori dell'arte perché, con il nome di Lastation , da cinque anni è un polo di riferimento per il territorio e attrae artisti, curatori, ricercatori provenienti da tutto il mondo grazie al progetto curato dall'associazione Ramdom , con sede a Gagliano del Capo. L'associazione è inserita nei circuiti nazionali dedicati agli spazi di rilevanza culturale quali Luoghi del Contemporaneo del MiBACT , The Independent del MAXXI , e i network di residenze internazionali Art in Residence e Res Artis . Nonostante la proficua attività portata avanti in cinque anni, Lastation è attualmente sotto sfratto da parte del demanio, che ne ha richiesto indietro i locali per esigenze dichiarate di pubblica utilità da parte delle Ferrovie del Sud Est .

Il recupero della stazione di Gagliano del Capo

I locali della stazione, inutilizzati da quasi 30 anni, erano stati concessi a Ramdom nel 2013, dopo che l'associazione si era aggiudicata il bando Mente locale promosso dall' Assessorato alle Infrastrutture Strategiche e Mobilità della Regione Puglia in collaborazione con Ferrovie Appulo Lucane e Ferrovie del Sud Est , che prevedeva “il recupero e la riconversione dei beni immobili a servizio del trasporto pubblico locale sottoutilizzati e/o non più utilizzati, per scopi sociali, ambientali, turistico-culturali, di promozione del territorio e della mobilità sostenibile”. Il bando era stato vinto da diverse realtà associative, oltre a Ramdom, che perseguono scopi sociali, turistico-culturali, di promozione del territorio e della mobilità sostenibile – Naturalmente a Sud, Manduria; OIKOS, Otranto; Murgiamadre/Ra-Dici, Pescariello ; La Ciclofficina, Noci – che potrebbero trovarsi presto nella stessa situazione di Lastation. “Tutti gli immobili erano disastrati – dice Paolo Mele, direttore di Ramdom e Lastation –, per cui ogni associazione ha investito diverse migliaia di euro, almeno dieci, per il ripristino e i permessi. A tutti, informalmente, era stato detto che gli atti di concessione sarebbero stati sicuramente prorogati”. Qui Ramdom ha intrapreso, a partire dal 2015, un'intensa attività culturale, configurandosi come una delle migliori realtà artistiche della Regione.

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Lo sfratto di un'associazione virtuosa

Un'azione legittima, quella del demanio della Regione Puglia, che con una nota del 7 ottobre ha richiesto indietro l'immobile entro il 9 novembre, essendo intervenuta l'esigenza di “pubblica utilità”. Ma la questione presenta alcuni punti critici. “È un paradosso che mentre a livello nazionale si discute tanto della riqualificazione del patrimonio dismesso e si lanciano progetti e iniziative (ultimo, in ordine di tempo, Valore Paese Italia ), laddove esistono delle realtà funzionanti queste vengano smantellate a cuor leggero per miopi logiche aziendali”, dice Paolo Mele, “e questa richiesta sopraggiunge mentre di fianco all'immobile in questione giace abbandonato da trent'anni un vecchio dormitorio del personale di ben tre piani e con oltre trenta stanze da letto, tra l'altro richiesto da Ramdom nel 2017 per l'implementazione delle attività progettuali e mai concesso, nonostante abbia avuto tutti i nullaosta”. Spostare Lastation in un altro luogo significherebbe perdere inevitabilmente il racconto identitario del progetto, basato sul tema della stazione come ultima d'Italia, con cui proprio Ramdom si è visto riconoscere dalle istituzioni locali e nazionali premi in denaro a sostegno della propria progettualità, come nei casi dei bandi Italian Council , attraverso cui il Mibact, nell'ambito dell'VIII edizione, ha finanziato il progetto “Tools for Immagination” di Celine Condorelli per un importo di 99.522 €, e nella VI edizione, “The Other shapes of me” di Emilio Vavarella per 142.700 €. O ancora, tra gli ultimi, il bando Custodiamo la Cultura in Puglia, del Teatro Pubblico Pugliese , che ha riconosciuto 6.000 € al progetto “Così vicino così lontano”, e il bando SIAE Per Chi Crea , che ha corrisposto 30.000 € per “Mnemoscopio”.

La risposta di Ferrovie del Sud Est

Interpellata da “Il Sole 24 Ore”, Ferrovie del Sud Est ha risposto in maniera netta alla possibilità di trovare soluzioni alternative allo sfratto di Ramdom/Lastation: “La stazione di Gagliano del Capo (LE) di Ferrovie del Sud Est è al centro di un imponente intervento di restauro d'intesa con la Soprintendenza. Ferrovie del Sud Est ha condiviso con Regione Puglia, proprietaria dell'immobile, il progetto di restauro e riqualificazione dello scalo annunciando che non sarebbe stato prorogato il contratto di affitto nei confronti dell'associazione Random”. E aggiunge: “Le motivazioni, oltre a essere legate ad aspetti funzionali legati ai lavori, sono strettamente collegate a considerazioni che attengono la sicurezza degli spazi affittati e le attività svolte al loro interno”.

Il caso arriva all'attenzione del MiBACT

Ma il caso non si ferma in Puglia. Giovedì scorso, nell'ambito del Question Time della Commissione Cultura alla Camera dei Deputati , l'on. Alessandro Fusacchia ha portato la vicenda di Ramdom/Lastation all'attenzione del MiBACT. La Sottosegretaria di Stato del Ministero, Anna Laura Orrico, in risposta all'interrogazione dell'on. Fusacchia, ha ribadito l'importanza dei centri di produzione come questo e ha sottolineato la qualità progettuale e l'impegno dell'associazione. Ricordando le attività del MiBACT rispetto alle iniziative in corso sul tema della rigenerazione urbana, dedicate alle periferie e, più in generale, alle aeree in stato di abbandono o di marginalità, Orrico ha concluso affermando che per questo caso specifico, pur non rientrando nella sfera delle competenze del MiBACT, si sarebbe messa “a disposizione per avviare le necessarie interlocuzioni con la Regione Puglia al fine di individuare le migliori soluzioni a tutela dell'interesse pubblico e delle attività di rilevanza sociale portate avanti da questi centri culturali”.

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