Raoul Bova, il primo romanzo: «Ho scritto per ricordare le cose belle»

L'attore è in libreria con il suo primo romanzo «Le regole dell'acqua» (Rizzoli): un racconto sincero dai suoi 13 anni ad oggi
Raoul Bova il primo romanzo «Ho scritto per ricordare le cose belle»

«Il mondo del nuoto è stato un serbatoio fantastico di lezioni di vita. Alcune le ho capite allora. Altre sono diventate più chiare col tempo». Il tempo che oggi, a 49 anni, ha portato Raoul Bova in libreria con il suo primo romanzo «Le regole dell'acqua» (Rizzoli). «Mi chiedevano di farlo da quando avevo 25 anni, ma non volevo essere banale. Adesso, però, avevo un po' di cose da raccontare», ha spiegato in una lunga intervista al *Corriere della Sera. *

Un romanzo dedicato ai suoi quattro figli, Alessandro e Francesco, nati dal matrimonio con Chiara Giordano, e Luna e Alma, avute dalla compagna Rocío Muñoz Morales. Un racconto sincero in cui Raoul Bova lascia uscire le sue emozioni insieme alle parole e ai ricordi. Quelli di quando aveva 13 anni e la notte non dormiva a causa degli incubi e la paura della morte, fino a quelli più recenti legati alla perdita a poco tempo di distanza l'uno dall'altro, di entrambi i suoi genitori.

«Queste cose, prima che succedano, non le puoi neanche immaginare. Non riesci a farti un'idea del dolore che proverai. Dopo, attraversi tutte le fasi: dal sentirti perso al sentirti solo. Vedi crollare le fondamenta, ti mancano gli sguardi di approvazione o di rimprovero che ti avevano sempre fatto sentire un figlio». E scrivere lo ha aiutato a riportare alla mente i ricordi belli, quelli da salvare. «Il libro è stato una valvola di scarico e rimessa a punto. Mi sono detto: cominciamo a ricordare le cose belle. Era arrivato il momento che il bambino crescesse e diventasse uomo. Ritrovare gli sguardi, le risate, le lezioni dei miei genitori mi ha fatto capire che resteranno per sempre dentro di me».

Del padre, insieme ai ricordi preziosi di una vita, Raoul Bova conserva i sughi al pomodoro in credenza. «Le tengo per ricordo. Altre le ho utilizzate. Era meticoloso, mi piaceva la sua calligrafia, aveva una sua eleganza anche in stampatello: scriveva l’anno, la qualità del pomodoro, era molto preciso». Non è riuscito a salutarlo, prima della morte, così com'è accaduto per sua madre, morta in ospedale in seguito all'aggravarsi di un'ulcera. «Era entrata all’ospedale per quella che sembrava un'ulcera e invece si è aggravata. Usava già l’ossigeno. Penso sia morta di Covid, ma ancora non era esplosa l'epidemia, è solo una ricostruzione che mi sono fatto nelle notti insonni. Il giorno che mamma è morta mi sono rotto la gamba destra. Una semplice storta sulle foglie bagnate, ero a Torino per lavoro. Penso sia stato il dolore: mi aveva spezzato».

Di recente l'attore ha pubblicato sul suo profilo Instagram una foto insieme ai suoi due figli più grandi, Alessandro e Francesco nati dal matrimonio con Chiara Giordano. «Entrambi fanno i fratelli maggiori», ha raccontato al Corriere della Sera, riferendosi al rapporto con le due sorelle Luna ed Alma*. *«Rispetto per i figli significa ascoltarli e non imporre nulla che non sentano davvero. Così ho aspettato che si sentissero liberi di vederle e oggi sono felice. Tante volte mi sono domandato o accusato e giudicato come poco forte su alcune decisioni e invece la mia strada e il mio modo di essere sta portando i suoi frutti. I miei figli sono felici, si stanno conoscendo, stanno cominciando a volersi bene e questo è un passo che ne porterà un altro e ancora uno».

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