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Luca Argentero: «Vorrei fare ‘Doc’ per altri 10 anni. E appena possibile mi sposo»

Luca Argentero, il medico più amato d’Italia, è tornato. Protagonista di Doc – Nelle tue mani, la fiction ispirata alla vera storia del professor Pierdante Piccioni (e al libro Meno Dodici scritto con Pierangelo Sapegno), ex primario di pronto soccorso a Codogno e Lodi, che per un incidente ha perso 12 anni della sua memoria.

«Questo ruolo mi ha cambiato la vita. Andrea Fanti è un personaggio che ti entra dentro, come la sua storia. Credo che il segreto del successo della serie sia racchiuso in una sola parola: empatia».

Jeans, camicia bianca e mascherina griffata Doc che nasconde l’inconfondibile sorriso, ma non il suo entusiasmo. Maturato il suo talento, e una luce negli occhi diversa («la paternità mi ha regalato un’energia pazzesca»), l’attore, 42 anni, al momento impegnato sul set del sequel di Come un gatto in tangenziale di Riccardo Milani, si racconta, e racconta il suo momento d’oro, ammettendo: «Vivo nel perenne cambiamento».

Doc – Nelle tue mani ha chiuso la prima parte della stagione, andata in onda in pieno lockdown, con 8.060.000 spettatori: ti aspettavi questo clamoroso riscontro?
È una serie dallo stile moderno che ha incontrato il favore di tutti. Non so quale sia il segreto. È un progetto dalla perfetta alchimia. Abbiamo lavorato su una sceneggiatura interessante, poi è andata in onda in un periodo drammatico che ha reso omaggio alla categoria dei dottori. Tutto ha contribuito. E oggi è stata venduta anche in Spagna e in Portogallo. Ne sono molto orgoglioso.

Il dott. Fanti ha lasciato il pubblico con il fiato sospeso, quali sviluppi ci saranno nei prossimi episodi?
Dovrei ucciderti, subito dopo (ride, ndr). Nei nuovi episodi arriveranno finalmente delle risposte e delle risoluzioni, sia da un punto di vista personale che professionale. Verranno fatte scelte importanti e, tra sorprese e conferme, ci sarà un finale incredibile con un susseguirsi di emozioni. Succederà di tutto.

Dalla produzione Lux Vide e RaiFiction è stata confermata la seconda stagione, ti auguri una lunga serialità in stile Grey’s Anatomy?
Vorrei interpretare Doc per altri dieci anni. Quando fai parte di una storia che è entrata così tanto nel cuore della gente non vuoi più separartene. Gli sceneggiatori hanno sempre immaginato un arco narrativo del racconto su tre stagioni. È il percorso che servirebbe ad Andrea per risolvere i suoi patemi e rispondere a tante domande. Alla fine, però, come insegnano le più grandi serie: devi arrivare alla conclusione.

Luca Argentero nella fiction “Doc – Nelle tue mani”.

Cosa ti ha colpito della storia di questo camice bianco?
La parte più interessante è la commistione tra il caso di puntata, il malato che viene guarito o no, e le sue vicende personali. La prima stagione è ricca di cambi di scena, di casi interessanti. La serie tiene incollati gli spettatori perché mantiene sempre alta la tensione e l’attenzione sulle storie che legano i protagonisti.

La malattia come possibilità di una nuova occasione, di sfida e cambiamento per questo dottore dalle diagnosi veloci.
Nei primi episodi Fanti era più di un personaggio. Ne racchiudeva tre. Via via ci sarà un unico Fanti. Nella nuova versione, che è la somma di quello che gli è successo, ha recuperato un nuovo modo di fare il medico, completamente rivolto verso il paziente. Sceglie la strada dell’empatia e dell’ascolto.

Doc è un mix tra Dr. House e l’affascinante Dott. Shepherd, a chi ti sei ispirato?
A nessun medico famoso, anche se sia il Dott. House che Doc soffrono dello stesso disturbo prefrontale: quell’essere diretti, senza freni inibitori nei confronti dei pazienti e delle persone che ti stanno affianco. Direi che Fanti ha lo stesso intuito nel risolvere i problemi di Freddie Highmore di The Good Doctor. Ha questo modo di osservare, di entrare nel dettaglio e nel particolare quasi magico. Per Doc mi sono ispirato solo ai racconti del vero protagonista Pierdante, ed è stato un privilegio assoluto.

Anche tu dici sempre quello che pensi?
No, sono torinese. Al contrario di Doc io sono super diplomatico (ride, ndr).

Credi di essere riuscito a mostrare le paure legate alla malattia?
Fanti dice sempre che si sente più paziente che medico. Lavorare sulla biografia di un autore che ti sta accanto è un lusso. Non è facile interpretare un uomo che dopo 12 anni, si risveglia in un mondo diverso che non riconosce più. Mi ha colpito, soprattutto, lo spaesamento sociale che prova.

Come Doc c’è stato mai un momento nella tua vita che hai iniziare da zero, dove tutto può succedere e cambiare?
Non in modo così drastico e netto. Da quando sono ragazzo che cambio vita. Con questo lavoro ti butti sempre in nuovi progetti. Finisci un set e ne inizi subito dopo un altro, in una nuova città e con un gruppo diverso. Da quando ho iniziato a fare il mestiere dell’attore non ho più una quotidianità. Vivo nel perenne cambiamento.

In che modo è cambiato oggi il tuo rapporto con la medicina?
Nello scegliere l’Università da frequentare, dopo il diploma, ho subito scartato Medicina, e il training in ospedale, accanto a dottori veri, ha confermato la mia idea. Non a caso faccio l’attore, il mestiere a più basso tasso di responsabilità che esista. Non potrei sostenere il peso di avere tra le mie mani la vita degli altri.

luca argentero doc nelle tue mani

Sei diventato papà, per la prima volta, di Nina Speranza (nata lo scorso 20 maggio). Come è cambiata la tua vita?
Nina l’ha rivoluzionata a livello pratico. Sono cambiate le mie priorità e la suddivisione dei compiti da fare durante la giornata. Tutto è in funzione di lei. Emotivamente, invece, più che cambiato mi sento migliorato. Ho una felicità addosso più potente, un’energia in più straordinaria. E riverso tutto questo entusiasmo su una nuova piccola creatura. Ci stiamo godendo dei mesi stupendi.

Ammettilo, stai già lavorando per darle un fratellino?
Questa domanda devi farla a Cristina, gli uomini fanno ben poco (ride, ndr).

A proposito della tua compagna, l’attrice Cristina Marino, quando vi sposerete?
Il matrimonio era già in programma tempo fa. Lo è sempre stato. Le ho chiesto la mano un anno e mezzo fa. Poi è rimasta incinta, poi c’è stato il Covid. Oggi è solo una questione logistica, vorrei organizzare una bella festa, condividerla con gli amici e le nostre famiglie con tutta la tranquillità e la sicurezza.

In questo momento sei sul set del sequel della commedia campione d’incassi del 2018, Come un gatto in tangenziale di Riccardo Milani, che ruolo interpreti?
È un gruppo di lavoro incredibile, in cui è molto difficile restare seri sul set vicino a Paola Cortellesi e Antonio Albanese. Una partecipazione speciale, ma non posso dire ancora nulla. Vige il segreto (ride, ndr).

Dopo tutto questo successo di pubblico pensi di uscire dalla fiction ed entrare nell’intrattenimento, magari alla conduzione del Festival di Sanremo? No, non penso e poi ci sono già i conduttori. Per ora non c’è stato nessun confronto diretto con il direttore di Rai1, Stefano Coletta.

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