16 ottobre 2020 - 00:30

Coronavirus, vaccino cinese in fase 2 stimola la risposta immunitaria

I dati preliminari della sperimentazione sono stati pubblicati sulla rivista The Lancet Infectious Diseases. Nella fase 3 si verificherà la reale efficacia contro l’infezione

di Sara Bettoni

Coronavirus, vaccino cinese in fase 2 stimola la risposta immunitaria
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Stimola la risposta del sistema immunitario contro il nuovo coronavirus, ma ancora non è chiaro se proteggerà efficacemente dall’infezione. Sono questi, in sintesi, i risultati preliminari dei test per il candidato vaccino cinese anti Covid-19 «BBIBP-CorV». La sperimentazione di fase 1-2 è stata condotta in Cina dal 29 aprile al 30 luglio scorsi su oltre 600 volontari sani tra 18 e 80 anni. Varie le istituzioni coinvolte, tra cui lo Henan Provincial Center for Disease Control and Prevention e il Beijing Institute of Biological Products. I dati sono stati pubblicati sulla rivista The Lancet Infectious Diseases. Lo studio ha evidenziato una risposta anticorpale in tutti i partecipanti, con tempi diversi a seconda dell’età: 42 giorni per gli over 60 contro i 28 giorni per le persone nella fascia 18-59 anni. Inoltre i livelli di anticorpi registrati negli anziani sono inferiori rispetto a quelli sviluppati dai giovani. Quest’ultimo dato non stupisce, visto che il sistema immunitario diventa più debole con l’avanzare dell’età. Nella fase 1-2 non è stato ancora adeguatamente valutato se la risposta anticorpale indotta dal candidato vaccino sia sufficientemente protettiva contro l’infezione da SarsCov2. Lo si capirà al termine della fase 3.

Gli altri candidati

Ci sono 182 candidati vaccini nelle prime fasi di valutazione. Per il «BBIBP-CorV», a partire da un campione isolato da un paziente sono stati coltivati stock del virus in laboratorio utilizzando linee cellulari. Poi sono stati inattivati grazie a un particolare composto chimico. È stato in seguito aggiunto un altro componente, l’aluminium hydroxide, noto per potenziare la risposta immunitaria. Al momento alcune decine di candidati vaccini sono nella fase 3, la più avanzata, o in procinto di entrarvi. Carlo Federico Perno, virologo e direttore dell’Unità di Microbiologia all’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, in una recente intervista al Corriere ha spiegato che molti di questi preparati stimolano la produzione di grandi quantità di anticorpi, capaci di neutralizzare il coronavirus, ma per tutti va ancora dimostrata l’efficacia reale contro la malattia. «Nella fase 3, detta registrativa, si verifica se il candidato vaccino ha davvero la capacità di proteggerci» dice Perno. Il preparato viene somministrato a un campione di persone considerate a rischio per la possibilità di contrarre l’infezione. Poi si confrontano i risultati con quelli di un altro campione, a cui può essere dato un «placebo» oppure nulla. È così possibile dimostrare se il candidato vaccino funzioni realmente da «scudo» contro il virus. Solo a quel punto può definirsi vaccino a tutti gli effetti.

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