15 ottobre 2020 - 22:16

Le signore del Mose salvano Venezia: «Città all’asciutto anche con la Bora»

Provveditore e commissario sono donne: grazie al ministro De Micheli, ci ha volute lei

di Alberto Zorzi

Le signore del Mose salvano Venezia: «Città all'asciutto anche con la Bora»
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Per la prima volta, da quando sono state attivate nel Dopoguerra, quel lugubre suono non si è diffuso nell’aria. Niente sirene per allertare la cittadinanza dell’arrivo di un’acqua alta potenzialmente dannosa, perché ora c’è il Mose a difendere Venezia. «Siamo ancora alla fase dei test», mette le mani avanti il super-commissario del Mose Elisabetta Spitz, ma dopo la «prima» del 3 ottobre — quando lo scirocco aveva gonfiato la marea fino a quota 132 centimetri — ieri l’enorme barriera gialla che separa la laguna di Venezia dal mare ha resistito anche alla bora con raffiche a 70/80 chilometri l’ora.

Marea

Alla fine il picco in marea si è avuto alla bocca di porto di Chioggia con 144 centimetri alle 9.10, mentre in Laguna l’acqua era bassissima, da 65 centimetri è scesa sotto i 50: la città è rimasta all’asciutto, compresi i punti più bassi come piazza San Marco e la sua Basilica bizantina. Solo a Chioggia, proprio perché a dighe chiuse la laguna diventa una sorta di «catino» sensibile ai venti, la bora ha spinto l’acqua a 91 centimetri, senza però creare problemi. «Abbiamo avuto un test con entrambi i venti, sia la bora che lo scirocco — commenta soddisfatta Spitz —. Oggi (ieri per chi legge, ndr) abbiamo avuto la prova che le dighe servono tantissimo, perché Chioggia diversamente avrebbe avuto molti danni». Ma anche San Marco, a Venezia, sarebbe finita sotto mezzo metro d’acqua. «La Piazza bagnata solo dalla pioggia e il Mose nella tempesta», ha postato su Facebook il provveditore alle opere pubbliche Cinzia Zincone, allegando le due foto.

Autunno

Spitz e Zincone sono le due donne che all’inizio dell’anno — poche settimane dopo la tragica «acqua granda» del 12 novembre scorso che arrivò a 187 centimetri (un metro a San Marco) e causò danni per decine di milioni di euro — decisero che il Mose sarebbe dovuto essere pronto per l’autunno, che storicamente coincide con l’arrivo delle alte maree, nonostante il cronoprogramma segnasse la consegna dell’opera per fine 2021. «Ho modificato un po’ l’approccio, dando priorità alle opere necessarie per farlo funzionare», dice Spitz, 67enne architetto romano di origini asburgiche, da vent’anni manager pubblico con una lunga militanza prima al Demanio e poi a Invimit (la società di gestione del risparmio del ministero dell’Economia), che il governo ha nominato come commissario «sblocca cantieri» del Mose. «Ora però bisogna finire anche il resto, mancano tantissime opere ed è per questo che parliamo ancora di test», aggiunge.

Senza laurea

Zincone, un anno più giovane, è invece il primo provveditore a Venezia che non abbia in tasca una laurea da ingegnere o architetto. La sua nomina è avvenuta lo scorso dicembre, proprio negli stessi giorni di Spitz. «La cosa più bella è stata andare in piazza San Marco e vedere i negozianti e i residenti commossi e felici», ha raccontato durante il «debutto» del Mose del 3 ottobre. A entrambe però piace citarne una terza, di donna. «Noi siamo le esecutrici — prosegue Spitz — ma chi ha preso la decisione di affidarci questa responsabilità è stato il ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli. Non credo che tanti altri ministri l’avrebbero fatto». Oggi, intanto, si potrebbe replicare. Il Centro maree del Comune di Venezia ieri ha rivisto la previsione, portandola da 120 a 130 centimetri, cioè proprio la quota a cui secondo gli attuali protocolli di «sollevamento in emergenza» si dà il via alla chiusura. «Abbiamo dimostrato per la seconda volta che il Mose funziona», esulta il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro. «A breve distanza dalla prima prova il Mose, in condizioni rese difficili dalla bora, ha mostrato efficacia e affidabilità come strumento di difesa di Venezia. Avanti dunque nel perfezionarlo, completarlo, mantenerlo e gestirlo», commenta il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, il veneziano Andrea Martella.

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