Bra, per un anno versa ansiolitici nel cappuccino della collega: condannata a 4 anni

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La donna voleva salvare il proprio posto di lavoro dai tagli annunciati dall'agenzia assicurativa per la quale lavorava a scapito di quello della compagna d'ufficio. A scoprire il piano messo in atto dall'impiegata sono stati i carabinieri

Ha versato per quasi un anno degli ansiolitici nel cappuccino della collega nel tentativo di salvare il proprio posto di lavoro dai tagli annunciati dall’agenzia assicurativa per la quale lavorava a scapito di quello della compagna d’ufficio. La donna è stata però scoperta e il tribunale di Asti l’ha condannata a quattro anni di carcere per lesioni personali aggravate con rito abbreviato. La vicenda, riportata da Repubblica, è accaduta a Bra, nel Cuneese, e ha avuto inizio nell’ottobre del 2017.

La vicenda

Ogni mattina, la donna si recava nel bar di fronte all’agenzia a prendere caffè e cappuccini per tutto l'ufficio. Da qui, l’idea di allungare la bevanda della collega, con la quale si giocava il posto, con le benzodiazepine. Gli ansiolitici hanno subito iniziato a fare effetto sulla “rivale”, che ha cominciato a manifestare sonnolenza, riflessi rallentati e tutta una serie di malesseri collegati alla massiccia assunzione di quelle sostanze. Sintomi che hanno spinto la vittima a sottoporsi a diverse visite mediche, ma nessuno degli specialisti consultati ha saputo darle una risposta certa su cosa le stava accadendo. Tuttavia, dopo qualche tempo, la donna ha notato di stare meglio quando era a casa e ha iniziato a sospettare del cappuccino, decidendo per un periodo di sospendere il rito mattutino con grande disappunto da parte della collega.

La prova

A scoprire il piano messo in atto dalla donna, nel giugno del 2018, sono stati i carabinieri, che durante un pedinamento, l'hanno filmata mentre versava qualcosa in una delle tazzine. Ma la prova schiacciante è stato l’esame su un campione di cappuccino che la vittima aveva fatto analizzare quando aveva iniziato a sospettare che quella fosse la causa del suo malessere, scoprendo così che conteneva elevate quantità di benzodiazepine.

Oltre alle lesioni personali aggravate, secondo il giudice Giorgio Morando, alla luce di alcuni episodi, avrebbe potuto prefigurarsi anche il reato di tentato omicidio, come ha scritto nelle motivazioni della sentenza. Reato, però, non contestato dall’accusa. Una sera, la vittima ha avuto un brutto incidente stradale e si pensa che gli ansiolitici possano aver influenzato la sua capacità di guida.

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