9 ottobre 2020 - 17:46

Coronavirus Lombardia, 983 positivi. I timori per Milano: superata per 3 giorni la soglia di allarme

Nella metropoli metà dei nuovi ammalati della regione. Ritardi nel tracciamento. Focolai soprattutto domestici. Fontana ai giovani: «Più attenzione e responsabilità»

di Pierpaolo Lio, Gianni Santucci

Coronavirus Lombardia, 983 positivi. I timori per Milano: superata per 3 giorni la soglia di allarme
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La soglia critica dei 300 nuovi casi su Milano era stata individuata alla fine del lockdown. Una soglia da allarme rosso. E per tre giorni consecutivi, fino a ieri, l’autorità sanitaria (che comprende anche Lodi) registra un numero di nuovi positivi sopra quel limite: averlo superato è qualcosa di peggio di un indicatore di rischio. Gli ospedali si stanno attrezzando per assistere una nuova ondata di ricoveri, anche se le terapie intensive restano ancora abbastanza vuote. E poi c’è un ultimo elemento al quale guardano gli epidemiologi: l’aumento dei decessi. Su Milano, pur se contenuto, si inizia a notare.

E così la metropoli, dove avvengono oltre la metà dei nuovi contagi in Lombardia (ieri vicina ai mille nuovi casi, 983), sostiene la recente fase di espansione del coronavirus con l’apprensione che dominava in primavera: se il Covid «sfondasse» a Milano, la situazione potrebbe andare oltre il critico anche se per ora resta sotto la media di molte altre zone d’Italia. (Qui il report completo dei contagi, provincia per provincia).

Il sistema di tracciamento, unica vera arma per contenere la diffusione, arranca sotto numeri sempre più difficili da gestire. Conseguenza: ritardi nella mappatura del virus e nell’inseguimento dei contatti dei positivi da isolare. E poi, ritardi per fare i tamponi: per l’accesso ai punti di esame in drive-in si passano anche intere giornate in coda in macchina.

Il report dell’ultima settimana, quella dal 28 settembre al 4 ottobre, dice che solo tra Milano e provincia si registrano 848 focolai attivi, di cui 107 nuovi, che coinvolgono in totale 2.299 persone. Per la maggior parte, si tratta di focolai «domestici», spesso innescati da giovani e adolescenti.

Il presidente lombardo Attilio Fontana scrive in un messaggio social: «L’andamento della curva epidemiologica in Lombardia sta risalendo. Devo chiedervi più attenzione e responsabilità».

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