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Pisano: con Spid, app IO, PagoPa dal 28 febbraio servizi in rete

Fissate le tappe per facilitare lo switch-off della pubblica amministrazione verso il digitale.

di Carmine Fotina

Paola Pisano: «Il 28 febbraio 2021 è la data fissata per cambiare i servizi digitali nella Pa»

2' di lettura

È il 28 febbraio 2021 la data per iniziare a imprimere un cambio di direzione alla Pubblica amministrazione, orientandola verso lo “switch off” digitale. Il ministro dell’Innovazione, Paola Pisano, al forum Sole 24 Ore-Financial Times indica i cambiamenti in arrivo, come previsto dal Decreto semplificazioni.

Spid e App IO
Dal 28 febbraio 2021 l'identità digitale Spid (Sistema pubblico di identità digitale insieme alla carta d'identità elettronica, diventerà la sola credenziale per accedere ai servizi digitali della pubblica amministrazione centrale e locale, ferma restando l'utilizzabilità delle altre credenziali fino alla data di naturale scadenza e comunque non oltre il 30 settembre 2021. Dopo più di un rinvio, inoltre, sempre a fine febbraio scatterà per tutte le amministrazioni l’obbligo di adesione al sistema PagoPA che consente ai cittadini il pagamento dei servizi in modalità digitale. L’app IO per gli smartphone, sulla quale a tendere dovranno essere disponibili tutti i servizi pubblici resi in modalità digitale (il Dl semplificazione, per la precisione, prevede che le strutture pubbliche avviino progetti di trasformazione digitale entro il 28 febbraio 2021). A regime l’applicazione IO dovrebbe consentire ai cittadini di effettuare autocertificazioni o di presentare istanze e dichiarazioni utilizzando il cellulare.

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L’interoperabilità dell’app Immuni
Il ministro passa in rassegna queste scadenze dei prossimi mesi, osservando che è stato inevitabile inserire in un decreto legge una data di confine per dare «una spinta alla Pubblica amministrazione che a volte è un motore che va aiutato a ripartire». Pisano, che ha anche sottolineato che la app Immuni per il tracciamento dei contagi dal 19 ottobre sarà interoperabile con quelle che ci sono all’estero, ora è chiamata a implementare anche un’altra norma del decreto semplificazioni, orientata questa più al mondo delle imprese private.

Il diritto a innovare
Il Dl ha infatti introdotto il cosiddetto “diritto a innovare”. «Snelliamo le procedure per la sperimentazione delle tecnologie di frontiera, con l’obiettivo di consentire a imprese, università, centri di ricerca e startup di sperimentare per un periodo limitato grazie auna procedura semplificata in sostituzione di tutti gli adempimenti collegati e in alcuni casi in deroga ad alcune previsioni di legge. Se la sperimentazione va bene, allora il governo promuove modifiche normative per portare a regime il nuovo servizio tecnologico». Dalla novità è escluso il settore finanziario-assicurativo e le deroghe non si possono applicare alle disposizioni a tutela della salute, dell’ambiente, dei beni culturali e paesaggistici oppure di disposizioni penali o del codice delle leggi antimafia, né possono essere violati vincoli di appartenenza alla Ue.

Le istanze per la sperimentazione
Le domande vanno presentate al team per il digitale di Palazzo Chigi ma contestualmente anche al ministero dello Sviluppo economico, che, sentito il ministero delle Infrastrutture per gli eventuali aspetti relativi alla sicurezza della circolazione, le esamina entro 30 giorni per l’eventuale proposta di autorizzazione. La sperimentazione senza vincoli, a giudizio del ministro, potrà favorire la trasmissione di nuove idee dalle giovani startup agli imprenditori più maturi e, in senso contrario, elementi di esperienza utili per avviare la fase commerciale di una nuova applicazione tecnologica.

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