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Più finanza al femminile migliora risultati e pratiche

Nell’asset management le donne si dedicano di più a settori di nicchia. Per questa ragione oggi sono più numerose nella gestione di fondi Esg

di Lucilla Incorvati

(palidachan - stock.adobe.com)

3' di lettura

Asset management e diversità di genere. Per una settimana se ne è parlato in occasione di “The Power of Diversity”, organizzato da Gam con l’obiettivo di incoraggiare un maggior numero di donne a intraprendere la carriera di gestore, ancora molto sbilanciata dalla parte degli uomini. Secondo Citywire’s Alpha Female Report 2020, che attinge a un database di 16mila gestori nel mondo, l’inlcusione sembra fare passi avanti. Nel 2016, il 3,5% del totale dei porfolio manager erano donne, nel 2020 la percentuale sale all’11% ma su un totale di 14 trilioni di dollari solo 542 miliardi fanno capo a 1.453 fondi guidati da una donna mentre 4,6 trilioni di dollari fanno capo a 12.166 fondi guidati da un gestore uomo.

Negli ultimi anni le aziende hanno messo in atto alcune iniziative e politiche per attrarre un maggior numero di donne come i programmi rivolti ai laureati per le posizioni entry level e in effetti si è creata una certa parità nelle prime fasi della carriera, ma purtroppo questa tende a diminuire man mano che ci si sposta verso ruoli più senior. Secondo lo studio, il tasso di turnover per i gestori uomini nel 2020 è sceso dal 28 al 27%, mentre quello delle donne è salito dal 40 al 42%. Le donne tendono a cambiare ruolo più spesso degli uomini, a volte abbandonando i ruoli di gestione in favore di altri, ad esempio le posizioni di ricerca.

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Famiglia e figli diventano elementi critici per fare carriera

«Un elemento di criticità che le donne si trovano ad affrontare è la creazione di una famiglia, perché di solito sono le madri che fanno un passo indietro per crescere i figli. Questi problemi sono comuni anche in altri settori, ma alcuni aspetti sono specifici dell’asset management - spiega Denise Prime, Investment Manager di Gam Investments - La gestione dei fondi prospera facendo leva su stabilità e di track record di lungo termine. Accade spesso che proprio quando le donne mettono su famiglia hanno acquisito l’esperienza per ruoli più senior. Ma congedo di maternità e la ricerca di un lavoro più flessibile spesso portano ad abbandonare le posizioni di money-management. Questo può causare una perdita di talento e spiega il divario retributivo con gli uomini».

Se i team misti sono quelli che danno i migliori risultati, i fondi gestiti dalle donne sono spesso di nicchia e con masse più limitati. Una conseguenza positiva è legata alle strategie Esg solo 4 anni fa erano considerate investimenti di nicchia e oggi c’è un numero significativo di donne che occupano ruoli di primo piano in questo segmento, decisamente in ascesa.

Più donne nei CdA aumenta la redditività

Che la maggior diversità nei ruoli apicali, nella gestione dei fondi, nei CdA porti indubbi benefici è confermata dall’ultima ricerca McKinsey (3°edizione) sulla diversity. «I risultati mostrano – sottolinea Monika Machon, membro del board di Gam - che le aziende che si trovano nel primo quartile in termini di diversità di genere presentano una redditività superiore del 25% circa rispetto alle aziende dell’ultimo. E la redditività è ancora più marcata quando si guarda anche alla diversità di etnia. Una maggiore diversità si traduce anche in un maggior numero di idee e avvicina a una gamma più ampia di potenziali clienti in tutti i settori».

Cosa fare per migliorare

«Sono diverse le azioni che si possono fare per migliorare questo stato di cose - sottolinea Paule Ansoleaga Abascal, responsabile del Business Wholesale italiano e spagnolo per conto di Rothschild & Co A.M. Europe che, come founder di Bcci Inclusive Finance, coinvolgendo più di 400 persone della finanza, e con la partnership della Camera di Commercio Britannica per l'Italia, ha dato vita ad un think tank per contribuire ad un cambiamento positivo.- Vogliamo costruire una finanza più inclusiva, partendo dal genere, ma non solo. Una finanza che, motore dell’industria, sostenga progresso sociale, economico e ambientale. Ci sono vari studi che dimostrano che, se la finanza fosse più femminile, sarebbe più attenta a temi sociali e ambientali. Siamo fiduciosi alla luce dei primi risultati positivi di realtà che hanno lanciato programmi di empowerment femminile dentro le proprie organizzazioni».

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