Kirghizistan, scontri dopo il voto. Manifestanti occupano Parlamento. Invalidate le elezioni
La decisione è stata presa al fine di "evitare le tensioni" nel Paese. L'opposizione convoca sessione straordinaria del parlamento. Il messaggio del presidente Jeenbekov
La commissione elettorale del Kirghizistan ha deciso di invalidare i risultati delle votazioni alle elezioni parlamentari del 4 ottobre. Lo ha riferito RIA Novosti citando un membro della Commissione. "In relazione a numerose violazioni durante il voto e il periodo pre-elettorale, in una riunione dei membri della Commissione elettorale centrale è stata presa la decisione di dichiarare le elezioni non valide", ha dichiarato il servizio stampa della commissione alla TASS.
La decisione arriva dopo la protesta scoppiata dopo l'esito del voto. I sostenitori dei partiti di opposizione erano scesi in piazza per manifestare e avevano sequestrato diversi edifici governativi nella capitale del paese, liberato l'ex presidente dal carcere e annunciato piani per estromettere l'attuale presidente e formare un nuovo governo. Il capo di Stato Sooronbai Jeenbekov aveva accusato "alcune forze politiche" di aver cercato di "prendere illegalmente il potere" e aveva esortato l'opposizione a fermare le manifestazioni.
Il presidente non si trova
Intanto il Paese è nel caos. Nessuno sa dove si trovi il presidente Jeenbekov, anche se il suo portavoce assicura che "controlla" la situazione e "sta facendo il possibile per ripristinare la legge e l'ordine", dopo aver espresso la sua disponibilità ad annullare il voto contestato di domenica e denunciato le azioni violente di manifestanti che hanno preso il controllo della televisione e degli edifici della sicurezza come un tentativo illegale di prendere il potere con la forza.
Il Presidente, che ha diffuso un breve video dopo aver lasciato, alle prime ore di oggi, il Palazzo presidenziale, ha chiesto ai contestatori di cessare le proteste e alle forze di sicurezza di reprimerle. I partiti dell'opposizione, che hanno istituito un Consiglio di coordinamento, hanno convocato per domani una sessione straordinaria del Parlamento per eleggere un nuovo presidente della Camera e designare un nuovo governo, passi che potranno portare a un cambio della guardia anche alla presidenza del Paese. Ma la situazione a Bishek, così come nella seconda città del Paese, Osh rimane confusa e volatile.
Kyrgyz President Sooronbai Jeenbekov on Tuesday said the opposition was trying to seize power illegally after violent clashes with police. #Kyrgyzstan #Bishkek pic.twitter.com/JCjC6sxaDn
— ASIA TODAY (@AsiaTodayOnCGTN) October 6, 2020
Gli scontri e l'irruzione dei palazzi del potere
Dopo ore di scontri in piazza con la polizia, che inizialmente aveva disperso la folla utilizzando cannoni ad acqua e gas lacrimogeni, la scorsa notte i manifestanti hanno fatto irruzione in Parlamento e nei locali presidenziali nella capitale Bishkek. Alcune immagini pubblicate sui social mostrano persone nell'ufficio del presidente Sooronbai Jeenbekov, mentre lanciano fogli dalle finestre e distruggono la stanza.
Kırgızistan’da parlamento ve cumhurbaşkanlığı idaresi binasına giren protestocular ile Cumhurbaşkanı Jeenbekov’un portresi 👇pic.twitter.com/XTzc8LFfr3
— Kerim HAS (@Kerim_HAS) October 6, 2020
I manifestanti hanno poi invaso la sede del Comitato per la sicurezza nazionale dove era detenuto l'ex capo di Stato Atambayev processato per corruzione e lo hanno liberato "senza usare la forza o armi" e "senza incontrare resistenza" da parte delle guardie, ha detto l'attivista Adil Turdukuov presente alla scena. Atambayev, riporta la Tass, è stato rilasciato dopo i colloqui tra il gruppo di manifestanti e l'amministrazione del Comitato. Un tribunale di Bishkek ha poi modificato la misura restrittiva nei suoi confronti in arresti domiciliari.
Quasi 700 feriti e un morto
Almeno 686 persone hanno chiesto assistenza dopo gli scontri e una persona è morta. Lo ha riferito via Facebook il ministero della Salute. "Alle 15:00 (ora locale) del 6 ottobre 2020, un totale di 686 persone si sono rivolte alle organizzazioni sanitarie per l'assistenza medica, 521 di loro sono state dimesse dopo la somministrazione dei primi aiuti medici, mentre 164 sono state ricoverate in ospedale con vari traumi, 7 di loro sono in terapia intensiva. Una persona è morta".
Mosca: "No a uso della forza"
Mosca si aspetta che la crisi in Kirghizistan si risolva nel quadro giuridico, attraverso negoziati, e senza l'uso della forza. Lo ha detto il Ministero degli Esteri russo. "La Russia è interessata alla stabilità politica interna del Kirghizistan, suo partner strategico e alleato, e alla sicurezza e al benessere dei kirghizi, che vede come suoi amici. Nelle attuali circostanze, la priorità dovrebbe essere data al mantenimento delle condizioni per il continuo sviluppo democratico della Repubblica del Kirghizistan in linea con la sua costituzione e le sue leggi", ha detto il Ministero degli Esteri russo in un commento pubblicato sul suo sito.
Brogli elettorali
I manifestanti chiedevano le dimissioni del presidente Sooronbay Jeenbekov e lo svolgimento di nuove elezioni parlamentari dopo le accuse di frode e compravendita di voti che hanno condizionato l'esito delle elezioni di domenica scorsa. Elezioni che, anche gli osservatori dell'Osce, hanno criticato rilevando "accuse credibili di voto comperato" e mancanza di trasparenza nel finanziamento di alcuni partiti. A seguito del voto, solo quattro partiti su 16 hanno superato la soglia del 7% per l'ingresso in parlamento, tre dei quali hanno stretti legami con il presidente Jeenbekov.
Il presidente kirghizo filo-russo Jeenbekov ha assicurato di avere il "controllo" del Paese e si è anche detto "fiducioso che tutte le forze politiche metteranno gli interessi della nazione al di sopra dei propri".
"Il governo della Repubblica del Kirghizistan lavora in regime speciale. Strutture statali specializzate stanno lavorando per garantire la sicurezza e l'ordine pubblico". Riporta oggi il servizio stampa del gabinetto dei ministri in una nota ripresa dalla Tass. Il presidente del Kirghizistan Jeenbekov sta prendendo tutte le misure per ripristinare lo stato di diritto nel Paese e ha raccomandato alla Commissione elettorale centrale di verificare i risultati delle elezioni parlamentari del 4 ottobre e di cancellarli in caso di violazioni, ha detto il suo portavoce Tolgonay Stamaliyeva.