Com'è mangiare nella migliore pizzeria del mondo

Siamo stati ai Masanielli di Francesco Martucci a Caserta, dove la pizza è cotta al vapore, fritta e poi al forno
Com'è mangiare nella migliore pizzeria del mondo

I Masanielli di Caserta è la pizzeria migliore del mondo del 2020. Se sia davvero la migliore worldwide non saprei dirlo, che sia la pizza migliore che io abbia mangiato però è la santa verità. Francesco Martucci è grande, grosso, tutto tatuato e veste Rick Owens (ossia di nero, anche in pizzeria, e con uno stile post-punk che non passa certo inosservato). Non è uno che ti scordi, prima di due anni fa però non ne avevo mai sentito parlare, come buona parte dei professionisti del settore). La classifica 50 Top Pizza infatti nasce nel 2017, allora lo vedeva al 6° posto, balzato al 2° nel 2018 e arrivato primo a pari merito con il guru Franco Pepe nel 2019.Definitivamente primo nel 2020. Per quello che possono valere le classifiche, il triplo salto carpiato in avanti del casertano doc stava stuzzicando la curiosità dei colleghi, e quindi appena riaperte le regioni, la sua pizzeria è diventata una tappa obbligata delle vacanze – di molti – che hanno preso la macchina per andare in pellegrinaggio dove in molti gridavano la miracolo.

LA REGGIA (DELLA PIZZA) DI CASERTAVale il viaggio, se alle pizzerie dessero le stelle Michelin, I Masanielli ne avrebbe 3 di sicuro. All’arrivo non si direbbe, condivide la location con un grande magazzino Prènatal di periferia e ha come sala di attesa un bel parcheggio su uno stradone con ben poco di romantico: non è certo la location a renderla speciale. Non è la sala, che è bella e luminosa, moderna ma certo non un esempio di design “alla milanese” costato decine di migliaia di euro. Francamente non è neppure per il topping, che è ottimo, creativo, gustosissimo, ma non sufficiente a fargli guadagnare il titolo di “best pizza in the word”. Miracoloso è l’impasto, che fa da solo il 50% dell’effetto wow: è cotto al vapore, fritto e poi infornato, quindi ogni pizza si fa tre diverse cotture prima di andare in tavola. Come e perché lo fa? Dopo aver addentato il primo boccone e mentre masticavo con gli occhi sbarrati credo di avergli boffonchiato una cosa tipo “sinceramente, machissenefrega di come lo fai, è pazzesco”. Asciutto, non unto, crunchy fuori, perfettamente cotto e fondente dentro. Che dopo una pizza te ne mangeresti un’altra sereno.

MENÙ DEGUSTAZIONE E PIZZE WÜRSTEL E PATATINEIn estate stava testando il “menù degustazione” fatto di singoli spicchi che arrivano uno dopo l’altro e che ti dà la possibilità di assaggiare tutte le sue creazioni anche se sei solo o in coppia. Funziona, soprattutto perché se l’impasto è appunto divino, la ricerca sui topping rende tutto divertente e un’esperienza assolutamente gourmet – e nel senso migliore e meno snob del termine. Oltre ai due forni a legna si intravedono i 300 mq di cucina, e la pasticceria, ma ai tavoli a fianco escono semplicementepizze e cola, calici di vino e fritti come aperitivo. Crocchè, arancine, frittatine di pasta, provola impanata: c’è tutto il repertorio delle pizzerie partenopee, le classiche pizze tonde con il cornicione cotte solo al forno e le versioni stagionali. I Masanielli sforna mille pizze al giorno, è sempre pieno e se i ristoranti di livello per crescere tagliano fuori la propria clientela per farsene una nuova e più altolocata, una pizzeria no. Resta un luogo popolare, frequentato oe si mangiano pizze con würstel e patatine. Ma fatte molto molto bene.

DESSERT, NON PIZZE DOLCI. ANZI UNAAi Masanielli c’è anche una bella carta dei vini, delle birre e una carta dei dessert serissima. I dolci sono ideati e realizzati dalla Pastry Chef Lilia Colonna, compagna di Francesco e anima dolce del locale. Una pizza dolce traghetta verso la conclusione del menù: Annurka è servita con una purea di mela annurca in infusione di vaniglia, guanciale croccante di suino grigio ardesia, fior di latte e conciato romano. Poi i dolci veri e propri, dessert di tutto rispetto a base di ingredienti di stagione. Fico, Figo è una pasta sfoglia al burro di Normandia, namelaka di ricotta di bufala e vaniglia, melassa di fico bianco e fico bianco essiccato del Cilento, Balsamico alle more è una bavarese ricotta e limone fermentato, frolla alla menta, composta di more e more sciroppate.

EVERYBODY LET’S GO CASERTANAMangiando una fetta di pizza con impasto al mais, cipolla fermentata all’uva sultanina, alici di Trapani, stracciata affumicata, e menta fresca, Francesco ti fa ascoltare Non, je ne regrette rien di Edith Piaf. Ma con la Camouflage Eau de Parfume con ‘nduja di Spilinga e pesto di aglio orsino sta meglio la batteria pestata dei Face your Enemy, band hardcore casertana che ha all’attivo canzoni come Pizza Mental Attitude (vedi Spotify). Martucci non sembra proprio un eremita che contempla l’impasto o un asceta della ricerca ma più uno con un’energia tale da doversi sfogare in curva della Casertana. Nel menù ha la sua versione di Capricciosa con crema di prosciutto cotto in latte di bufala, una con il kastoubushi di tonno giapponese, cucina del miso di ceci e farro e serve una Profondo Rosso con del cavolo cappuccio rosso fermentato 20 giorni in aceto balsamico stravecchio. Basta farci due chiacchiere o seguirlo su Instagram, a Martucci piace girare per ristoranti, farsi ispirare da altre tradizioni gastronomiche, giocare e riportare tutto a Caserta su una fetta di impasto. Ora ha in cantiere una farm in Puglia, per crescersi gli ingredienti e offrire un’esperienza totale con ospitalità inclusa, ma bisogna aspettare il 2021. Nell’attesa ti porta direttamente nel Futuro di Margherita e nel Futuro di Marinara: un’esplosione di sapori, un’epifania. È il futuro, e non c’è più ritorno. Il biglietto sola andata costa solo 10€.

NELLA GALLERY, LE FOTO SENZA FILTRO DELLA CENA ALLA MIGLIORE PIZZERIA DEL MONDO 2020