«Godiamoci quest'ultimo momento di pace, perché dopo ci odieremo». A dirlo è Manuel Agnelli che, con un'increspatura amara della voce, realizza che d'ora in avanti la gara entrerà nel vivo e tutti i giudici saranno l'uno contro l'altro. Le Audition, il primo passo della macchina organizzativa di X Factor, giungono al termine e lasciano il posto ai Bootcamp e alla definizione, da parte di Emma Marrone, di Mika, di Hell Raton e dello stesso Agnelli, dei propri team. Prima di farlo, però, la giuria si mostra ancora una volta unita e compatta nella scelta degli ultimi talenti di quest'edizione, capaci come pochi di conquistare il loro cuore e di allinearli quasi sempre nel giudizio.
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Lì dove si commuove uno scendono le lacrime all'altro, così come lì dove cala lo scetticismo in uno iniziano a insinuarsi i dubbi anche nei colleghi. Pur con le loro diversità caratteriali e artistiche, è straordinario come i giudici di questo X Factor siano un'unica grande entità, un unico organo prensile in grado di accogliere e di elaborare ciò che gli succede davanti. Di momenti emozionanti in quest'ultima tornata di selezioni, d'altronde, se ne sono visti tanti. Come Roccuzzo che, con la sua cover di Elisa, porta Emma a sciogliersi e a migrare sul palco nella speranza di un contatto che, a causa del Covid-19, si riduce nel classico gomito a gomito cui ci hanno abituato i leader politici. O come Eda Marì, che attraverso un inedito che parte da un amore sbagliato, convince gli artisti al di là del tavolo senza esitazione, con la serenità di aver chiuso in bellezza una carrellata di talenti che, mai come questa volta, sembra piena e completa.
Al di là di qualche freak e di qualche ragazzo un po' troppo sicuro di sé, incapace di vedere la musica come un'estensione della propria persona ma solo come un mezzo per stringere tra le mani il successo, è chiaro come la nuova direzione intrapresa da X Factor abbia portato a una selezione accurata e preziosa degli artisti che vedremo ai Bootcamp. Ognuno dei giudici ha, d'altronde, cercato di metterci del suo in questa appassionante ricerca: Mika ha sfoggiato la sua ironia e la sua capacità di non prendersi sul serio; Emma l'attitudine un po' materna che avevamo già visto ai tempi del serale di Amici; Hell Raton la misura e la prudenza, e Manuel Agnelli l'attenzione alla tecnica senza perdere mai di vista l'emozione e il coinvolgimento assoluto delle performance. A questo punto i quattro, insieme al loro «Virgilio» Alessandro Cattelan, sono pronti a proseguire quest'avventura pur sapendo che non si odieranno mai veramente: la gara, dopotutto, è solo una delle tante sfaccettature di una macchina perfetta che continua ad avere come obiettivo il racconto a 360 gradi della musica.
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