30 settembre 2020 - 16:49

«Cinquant’anni di violenze, poi ho denunciato mio marito»

Ieri, l’uomo, è stato condannato in primo grado a 2 anni e 4 mesi. M. ha 80 anni e qualche tempo fa, dopo un coltello puntato alla gola, ha trovato la forza di dire basta

di Giorgio Bernardini

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M. ha 80 anni. Per gli ultimi 50 ha subìto le violenze fisiche e mentali del marito, denunciato per maltrattamenti e arrestato dopo l’ennesima sfuriata tra le mura domestiche lo scorso marzo. Ieri, l’uomo, è stato condannato in primo grado a 2 anni e 4 mesi: ora vive nella casa di una delle due figlie, la stessa che continua a considerare sbagliata la scelta di denunciarlo della madre. «In passato - racconta M. - non mi sono mai davvero ribellata proprio per l’amore che provo per le mie figlie. Un amore che mi sono accorta di non aver avuto indietro». Il campionario di soprusi che la donna ha dovuto sopportare, come dimostrano le indagini e come il giudice ha rilevato, si stava avviando a sfociare in una strada senza ritorno. Le abbiamo chiesto di parlare della sua vicenda dopo la sentenza.

Con quale sentimento ha accolto questa sentenza di condanna per suo marito?

«Mi sento un po’ sballottata, un po’ stranita. Non mi aspettavo quest’attenzione, non la volevo. Il passo più difficile l’avevo già fatto con la mia denuncia».

Cosa l’ha convinta a raccontare tutto alla polizia dopo 50 anni di violenze, cosa è scattato?

«Il coltello alla gola mi ha convinta. Lui l’aveva già fatto tante volte, ma quel giorno premeva forte, diceva che l’avrebbe fatto, che mi avrebbe uccisa. Sentivo che stavolta era davvero convinto e mi sono decisa a salvarmi. L’ho fatto per la mia vita».

E al contrario, nel mezzo secolo che avete passato assieme, cosa la frenava dal denunciarlo?

«L’amore per le mie figlie, quell’amore che mi sono accorta di non aver avuto indietro. E poi motivazioni mie, le mie amicizie pulite…mi vergognavo, ai miei amici non raccontavo tutto altrimenti stavano in pensiero».

Oggi le sue figlie le hanno chiesto scusa?

«La grande si è convinta da poco, se ne era andata via di casa. Poi ora sembra aver cambiato idea. La piccola, invece, continua a dire che è sbagliato, che se si tacitava tutto era meglio. E se m’ammazzava?»

Quando è cominciato tutto questo e perché?

«Da subito, appena sposati lui aveva questi momenti di furia. Divenne violento quando cominciai a dirgli dei ‘no’. Col tempo non mi faceva più parlare né telefonare. Era certo di poter fare di tutto con me e non credeva che io fossi capace di questo, di denunciare».

Trova che l’entità della condanna di oggi a suo marito sia adeguata?

«Non lo so. È difficile… spero solo che mi lascino stare dove sono adesso, vivo lì ma lui non c’è. La mia è una casa popolare di due stanze spero non mi portino via».

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