Napoli, l'energia di guardare avanti

Creare un punto di incontro tra innovazione e tradizione. Questo lo spirito con cui nel capoluogo campano una fondazione si muove mettendo in contatto botteghe storiche, artisti contemporanei e nuove leve dell’alta artigianalità
Napoli l'energia di guardare avanti

Napoli, l'energia di guardare avanti

A Napoli c’è un’energia impetuosa, seducente, allegra come gli occhi di un ragazzino, anche se non nasconde la malinconia di una realtà complicata. Dalle case, dalle strade, dai palazzi il passato ti incanta. E il presente ti sorprende perché, sebbene facile non sia, in città c’è chi, ogni mattina, attacca la spina di un generatore mobile di contemporaneità.

Si chiama Made in Cloister la fondazione nata nel 2012 per volere di Davide de Blasio e Rosalba Impronta che si occupa di rigenerazione urbana attraverso l’arte contemporanea. La sede è il chiostro cinquecentesco di Santa Caterina a Formiello, proprio a ridosso di Porta Capuana. Salvato da una condizione di degrado, è stato riaperto nel 2016 e subito amato da artisti internazionali tra cui l’americana Laurie Anderson, Mimmo Paladino, e il cinese Liu Jianhua, che hanno tutti realizzato opere site specific. L’attività non si limita però alle dinamiche espositive: tra gli obiettivi primari c’è quello di creare un ponte tra arte, artigianalità locale e nuove generazioni, per dare impulso alle attività. E per attirare giovani che possano raccogliere il testimone e interpretarne i principi con uno spirito fresco. «La nostra missione cardine è quella di creare dei progetti in cui gli artisti insieme agli artigiani realizzino dei progetti espositivi», spiega de Blasio, «perché dare visibilità al mondo dell'artigianato è anche un modo per portare all'attenzione di un pubblico più grande i valori del fare».

Il fascino di Napoli non sarebbe uguale senza quel tessuto di botteghe dove nel tempo si è tramandato un sapere antico, una manualità lenta e preziosa, capace di dare vita a oggetti unici. Nei suoi vicoli ancora vivono mestieri dove è la mano dell’uomo a fare la differenza. Ma dove la tecnologia diventa l’alleato vincente per guardare avanti.

Francesco Cembalo ha 86 anni e insieme alla moglie Maria Rosaria Galeano anima un laboratorio nato dall’unione delle loro competenze, esperto nella lavorazione dei metalli lui e artista del vetro lei, tra le primissime docenti donne all'istituto d’arte dove anche lui insegnava. «Al di là della tecnica, ai ragazzi cercavo sempre di trasmettere un principio, ovvero capire cosa succede nel mondo, per stare al passo coi tempi». Lo sa bene quanto era cambiata la vita il giorno in cui il forno di cottura degli smalti era passato all’elettrico, abbandonando la legna. La magia del fatto a mano era la stessa, ma la creatività aveva più spazio.

Dell’opportunità di innovare per preservare ne è convinto anche Valter De Bartolomeis, alla guida dell**'Istituto di Istruzione Superiore ad indirizzo raro Caselli - De Sanctis** a Capodimonte, dove gli studenti vengono introdotti ai segreti della lavorazione della famosa porcellana di Capodimonte. «Il nostro è un ruolo importante, visto che garantiamo un futuro all’artigianato, formando giovani consapevoli delle problematiche odierne, prima fra tutte quella della sostenibilità ambientale. Se imparano oggi a ottimizzare i consumi energetici con forni che lavorano a temperature più basse e a riutilizzare gli scarti, porteranno valori importanti nelle botteghe in cui entreranno», spiega il dirigente. Come la ex alunna ora in forze nel laboratorio di porcellane di Pasquale De Palma, una vita piena di passione da condividere: «Napoli è colore, Napoli è folclore a Napoli si sente dentro quello che una persona vuole fare. Io per esempio, sono un bambino di 81 anni, scendo in laboratorio alle sei di mattina e salgo a casa alle nove di sera, perché in ogni pezzo che faccio c'è qualcosa di grande, c’è un’emozione». La stessa che provano quando lavorano il metallo i fratelli Marcello e Giuseppe Di Giacomo, terza generazione di quella che forse è rimasta l’unica fonderia artigianale e artistisca della città. «Noi dobbiamo tutto all’energia del fuoco, assistere la nascita di un qualcosa di eterno come il bronzo è stupendo. Ed è speciale il contatto con la materia prima, tipo il gesso, oppure la cera. Mi piacerebbe che qui entrassero tanti giovani interessati al nostro lavoro, per poter tramandare l'esperienza della fonderia Di Giacomo nei secoli».

HUMAN ENERGY

Edison, l’operatore energetico più antico d’Europa, nei suoi oltre 135 anni di storia ha contribuito alla evoluzione di città, istituzioni, stili di vita. Fin dalla sua fondazione ha partecipato alla costruzione di un modello di sviluppo sostenibile, conciliando crescita economica, tutela dell’ambiente e responsabilità sociale.

*Una scelta che si concretizza nel concetto di Human Energy: la trasformazione sociale alimentata dall’energia elettrica ha accelerato l’evoluzione tecnologica dell’ultimo secolo, permettendo all’umanità di esprimersi al massimo e raggiungere risultati impensabili. Perché senza Human Energy, ogni altra energia diventa inutile. *

Foto di Giulio Piscitelli/Contrasto

Thanks to Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte

[LEGGI ANCHE La forza del torchio, la sensibilità umana](http://www.fondazionecologni.it/it)