Il graffio del lunedì

Pirlo a tu per tu con la realtà salvato da Ronaldo... e da Dzeko

Al primo esame importante del campionato, la Juve a Roma rischia il crac ma riesce a strappare il pareggio. Luis Suarez più bravo in campo che nell’idioma di Dante

di Dario Ceccarelli

La Procura della Figc apre inchiesta sull'esame "farsa" Suarez

3' di lettura

Salvata da Ronaldo. E anche da Dzeko. «Ahi ahi ahi», signor Pirlo, direbbe il vecchio Mike Bongiorno che era un incallito tifoso della Juventus e, quindi, non accusabile di faziosità anti bianconera.
Al primo esame importante del campionato, un test crash significativo per capire se gli allievi stanno imparando la lezione del nuovo Maestro, la Juve a Roma rischia il crac. E da chi viene salvata? Proprio dai due giganti che avrebbero dovuto giocare assieme. E che invece paradossalmente si ritrovano contro. Da Ronaldo che con una doppietta rimonta due volte lo svantaggio. E da Dzeko che per ben due volte (quando i bianconeri sono in dieci per espulsione di Rabiot), fallisce il 3-1 che avrebbe chiuso la sfida dell'Olimpico.Invece finisce 2-2 con un gran sospiro di sollievo che permette a Maestro Pirlo di archiviare senza troppi danni una serata che si era messa male. Dominata a centrocampo, e rimessa in piedi da due lampi di Ronaldo, la Juventus capisce che quest'anno non sarà sempre festa come nell'avvio con la Sampdoria.

E che non potrà sempre affidarsi, per salvarsi, alle prodezze di Ronaldo, come già mugugnano i primi detrattori del nuovo corso sempre pronti a rimpiangere chi non c'è più e chi si sarebbe potuto far arrivare. Per Pirlo una lezione importante. Questa volta per se stesso. Gli applausi e i complimenti per il suo passato sono finiti: da adesso anche il Maestro entra nel presente. E comincia la salita. Intanto, a proposito di centravanti sfuggiti, e di chi sarebbe potuto arrivare e non è arrivato, va segnalata la nuova prodezza di Luis Suarez che, pur zoppicando in italiano, non zoppica però in campo. E non dimentica come far gol. Nel suo debutto con l'atletico Madrid l'attaccante uruguaiano ha fatto il botto realizzando due gol e un assist vincente per Liorente.

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Luis Suarez se la ride (in spagnolo, ovviamente)

Insomma, il bomber dal morso facile, di quanto sta succedendo a Perugia (c'è una novità: un esaminatore è il terzo indagato dopo la rettrice e il direttore dell'Università), non gliene importa un fico. E si capisce: mica son problemi suoi. Penserà che noi italiani siam matti. Che prima facciamo tutto questo cinema per farlo giocare da noi, e poi ne facciamo un altro per rimandarlo via. Ora, al di là di quello che stabiliranno gli inquirenti (c'è stata corruzione e ci sono dei corruttori?) e se le ipotesi di reato si riveleranno fondate, un paio di cose vanno dette con decisione: la prima è che la Juventus, comunque vada, non ci fa una gran bella figura, anzi.

«Abbiamo agito nel rispetto delle regole e nella massima trasparenza» tuona Paratici, ma resta l'impressione di una storiella all'italiana, con quel dire e non dire che fa più commedia che dramma, figlia di quel senso di onnipotenza che già tanti guai, nel passato, ha portato alla società bianconera. Aria d'importanza, diploma di ignoranza, dice un vecchio proverbio che s'adatta benissimo al pasticcio di Perugia. Ma peggio ancora, comunque sia l'esito, ne escono i professori dell'Università per stranieri.

«Paratici è più importante di Mattarella» ha detto uno nelle intercettazioni con quella comicità involontaria tipica di chi parla di cose più grandi di lui. Povero Presidente , anche questa gli tocca. Dover confrontarsi, per peso e importanza, con la Juventus. In Italia non c'è partita, anche lui deve fare un passo indietro: quando mai Mattarella ha vinto 9 scudetti di fila e ha ricevuto tanti rigori? Ma in Europa, dopo quello che ha risposto a Boris Johnson, la Champions va senza dubbio a Mattarella. Grande presidente!

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