27 settembre 2020 - 19:59

«Ballando con le stelle», il reality che piace anche ai politici

Il casting di «Ballando» abbraccia tutto l’arco costituzionale e tutto lo spettro delle possibilità dello showbiz: politici, starlet, personalità note soprattutto per essere al centro del gossip

di Aldo Grasso

«Ballando con le stelle», il reality che piace anche ai politici
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Arrivati alla 15ª edizione di «Ballando con le stelle», fortunosamente avviata in epoca pandemica, è ormai evidente che si tratta di uno dei pochi reality a cui anche i più snob tra i vip non si vergognano di partecipare (Rai1, sabato, 21.20). Sarà che il ballo è una manifestazione artistica, sarà il potere persuasivo di Milly Carlucci che lo conduce con lo stesso piglio di quando guidava «Scommettiamo che...?», fatto sta che il casting di «Ballando» abbraccia tutto l’arco costituzionale e tutto lo spettro delle possibilità dello showbiz: politici (la Mussolini in quanto specialista della provocazione), nobili (addirittura Costantino della Gherardesca mascherato da granchio!), attori impegnati (Lina Sastri), sportivi, starlet e personalità note soprattutto per essere al centro del gossip (il pugile Daniele Scardina che rientra in tutte le categorie) e via così. Tutti appaiati a prestanti ballerini professionisti, anche con la speranza di scatenare il classico effetto della paglia vicino al fuoco.

Ballando con le stelle 2020, il cast: Isoardi, Mussolini, Solenghi e Bouchet tra i concorrenti
Elisa Isoardi a Ballando

Leggendo tra le righe delle scelte sul casting, le componenti su cui s’impernia «Ballando» sono sostanzialmente due: l’ammiccamento e lo scambio dialettico (non chiamiamolo polemica!). Del primo abbiamo detto, mentre per portare avanti il secondo e anche forse per supplire l’assenza del pubblico, maldestramente ricreato con una soluzione grafica, si è scelto di affollare ulteriormente la pletora degli opinionisti con diritto di parola. Oltre alla giuria, con un Mariotto sempre più esoterico, si sente l’assoluto bisogno della criminologa Bruzzone, di Matano e dei «Tribuni del popolo», capitanati da Antonio Razzi, il quale fa battute che nessuno capisce. Viene da pensare che il tribuno del popolo avrebbe potuto farlo meglio quand’era senatore della Repubblica, ma tant’è. La ricetta del programma è talmente piena di ingredienti che il filo diretto con la pancia del Paese è assicurato.

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