27 settembre 2020 - 19:56

Crotone-Milan 0-2, Kessie e Diaz in gol. Paura per Rebic, si fa male a un braccio: è lussazione del gomito

I rossoneri passano allo Scida con un rigore dell'ivoriano e il primo gol italiano di Brahim

di Carlos Passerini, inviato a Crotone

Crotone-Milan 0-2, Kessie e Diaz in gol. Paura per Rebic, si fa male a un braccio: è lussazione del gomito
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Con o senza Ibra, il Milan continua a vincere. Succede anche a Crotone ed è la quarta vittoria consecutiva fra campionato e coppe. Il Diavolo sta bene. E si vede. Senza il suo leader qualcosa manca, anzi più che qualcosa, chiaro, impensabile che l’assenza di un campione del calibro di Ibrahimovic lasci immutato il potenziale, ma nonostante tutto i risultati arrivano. Anzi: le vittorie arrivano. Quattro su quattro, poker. E in questo momento di emergenza è in fondo l’unica cosa che conta. Non era affatto scontato, attenzione. Il rischio di un contraccolpo c’era, c’è.

Invece il Milan sta dimostrando di riuscire a cavarsela lo stesso. Un bel messaggio, vincere così. Un messaggio al campionato, ma non solo: mostrare questa continuità è una gran bella iniezione di fiducia, un segnale importante per il gruppo, per la squadra, per Pioli stesso. Allo Scida la partita svolta a cavallo dell’intervallo: a segno Kessie su calcio di rigore nel finale di primo tempo e Brahim Diaz a inizio ripresa. Peccato per l’infortunio a Rebic, che nella ripresa inciampa e cade male: esce molto dolorante al braccio, c’è paura. Si teme un problema al gomito. Un episodio che guasta un po’ la serata.

Confermate le previsioni: c’è Tonali, debutto da titolare, in coppia con Kessie. Prima da titolare anche per Brahim Diaz, in fascia sinistra, con Saelemaekers spostato a destra. Davanti c’è Rebic, nelle vesti di vice Ibra. Stroppa chiude i suoi una 3-5-2 con Pereira e Molina esterni pronti a ripiegare in difesa. La prima chance è Calhanoglu all’8’, destro rasoterra deviato da Cordaz in angolo. Tonali cerca di togliersi un po’ di timidezza di dosso, col passare dei minuti ci riesce. Qualche minuto dopo è Diaz a impegnare il portiere crotonese: piatto destro angolato, volo del numero uno e palla in corner. Dal mare tira scirocco, il Milan gioca il primo tempo contro vento, si fatica a creare. Il Diavolo però spinge. E al 20’ Kjaer centra una traversa di testa su corner di Calhanoglu, sempre lui. Il Crotone è tutto in qualche abbozzo di contropiede, ma Simy e Dragus faticano a trovare i varchi buoni. Dopo mezz’ora il dato del possesso palla dice Milan 61%, Crotone 39%: una fotografia esatta del match. Ai rossoneri manca però qualcosa negli ultimi 15-20 metri. Già: manca Ibra. Manca il grande correttore. Al 45’ però ecco l’episodio chiave: lancio di Theo di 40 metri, Rebic prende il tempo alla difesa rossoblù, stoppa la palla e si fionda in porta, Marrone lo aggancia ed è calcio di rigore. Kessie non sbaglia. Polemiche crotonesi per lo stop del croato, ma la giocata è buona: Rebic la prende col petto, non con la spalla. Anche la Var conferma.

Nella ripresa Stroppa cambia subito qualcosa, fuori Zanellato e dentro Eduardo, ma la sostanza non cambia. Il Milan è in controllo, gestisce la partita, in più adesso ha il vento a favore, dettaglio non secondario. Infatti al 5’ arriva il raddoppio rossonero, meritato: rimpallo sfortunato di Cigarini in area, Brahim Diaz è il più lesto di tutti a girare in rete. Partita virtualmente chiusa. Si fa male Rebic, cadendo da solo durante un contropiede: il braccio gli resta sotto: si tratta di una lussazione del gomito sinistro, già ridotta in spogliatoio. Il ragazzo è stato poi portato in ospedale per accertamenti, ma il periodo di ripresa sembra veloce, perciò la società non è preoccupata e non pensa di cambiare i piani di mercato.

Nel finale il Milan soffre un po’ troppo, ma tiene botta. Molto bene Kjaer, uomo chiave della difesa, in crescita Gabbia. Giovedì in Portogallo contro il Rio Ave nella gara da dentro o fuori che vale i gironi di Europa League non ci sarebbe stato comunque. Toccherà a Colombo oppure a Leao, ma il primo è al momento favorito. Senza Ibra c’è bisogno di tutti. Ma questa squadra c’è.

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