Nonostante le ottime - e pressoché unanimi - recensioni, la prima puntata della 14esima edizione di «X Factor» non ha fatto faville in termini di ascolti, anzi. Erano “solo” 654 mila gli spettatori collegati a guardare il ritorno del talent (pari al 3,07% di share), quasi 200 mila in meno rispetto al debutto dell’anno precedente, in cui, per ammissione dello stesso Nicola Meccanico, Executive Vice President Programming di Sky Italia, «qualcosa aveva interrotto il rapporto con il pubblico».

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Il crescente feeling della giuria
Allora la colpa era da imputare per gran parte alla giuria, quasi totalmente rinnovata nella sua composizione, a eccezione del «pilastro» Mara Maionchi. Purtroppo, fin dalla partenza, era risultato evidente che la chimica tra loro era poca, per non dire nulla, e la sensazione è andata consolidandosi nel corso delle settimane. In questo caso, invece, le cose sono diverse: i nuovi giudici hanno sviluppato da subito un feeling particolare («Per la prima volta sono uscito con i colleghi dopo le registrazioni» ha dichiarato, non a caso, Manuel Agnelli) che è arrivato anche a casa e che - se possibile - è aumentato nella seconda puntata.

La (pesante) mancanza del pubblico
Cosa non ha funzionato, quindi? Sicuramente sulle spalle del talent pesano le tredici edizioni precedenti, che proprio poche non sono. Per il resto, rispetto alle classiche audition, una cosa che effettivamente manca è la presenza in arena del pubblico, momentaneamente «cancellato» a causa dell’emergenza Covid-19, che, con le sue standing ovation le sue risate e i suoi «buuuu», si faceva cassa di risonanza delle sensazioni (commozione, divertimento, sdegno) dello spettatore.

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Le esibizioni migliori della serata
Nonostante questo, ci sono ancora audizioni che - per un motivo o per l’altro - riescono a fare breccia in chi le guarda. È il caso di quella di Bea Lambe, che porta una canzone molto personale sulla dislessia («Sei speciale, non anormale, hai un superpotere, si impara ad usare» recita il verso più intenso del brano, che fa commuovere Mika). E pure di quella di Daria Huber, femminista 17enne («le donne muovono le montagne» c’è scritto, in inglese, sulla sua maglietta), che propone la cover di «John My Beloved» di Sufjan Stevens, incantando tutti per la sua maturità ed eleganza.

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