«Soccorrere chi è in pericolo e assistere chi è nel bisogno e nella malattia non è un mestiere... È un onore e un privilegio». Scriveva così, su Facebook, il dottor Davide Cordero, medico che per tanti anni ha lavorato nell’ospedale di Rivoli dove giovedì 10 i suoi colleghi gli dedicheranno il reparto di Rianimazione. Lui, che nei mesi della pandemia era a prestare servizio a Monza dove si è spento a metà maggio a 64 anni, era stato tra i fondatori del 118 in Piemonte e addestratore al servizio di elisoccorso per tanti medici. Sempre in prima linea per la cura e l’assistenza, aveva partecipato con la Croce Rossa a diverse missioni in Iraq durante la Guerra del Golfo e faceva parte del Soccorso alpino. A stroncarlo proprio quel virus che lui si era impegnato a battere nonostante fosse a un passo dalla pensione e dal sogno di tornare in Africa con la ong "Rainbow for Africa" di cui era stato vicepresidente.

Giovedì lo ricorderanno i colleghi che hanno lavorato con lui e anche Flavio Boraso, direttore generale dell’Asl To3, Luigi Icardi assessore alla Sanità del Piemonte e il sindaco Andrea Tragaioli. Un medico, dicono dall’Asl, «caduto durante la pandemia di Covid-19 e simbolo di tutti i professionisti che hanno sacrificato la propria vita per svolgere il proprio dovere».

I commenti dei lettori