IVREA. L’omicidio di Roberto Moschini finisce davanti alla corte d’Assise a Ivrea. Lo ha stabilito questa mattina, martedì 14 luglio, il gup di Ivrea Marianna Tiseo al termine dell’udienza preliminare. Il giudice ha rinviato a giudizio per omicidio premeditato Alberto Diatto, 61 anni, infermiere presso il centro di salute mentale di Biella, ora in carcere a Cuneo. Il delitto era avvenuto a Vistrorio in Valchiusella, la notte tra il 19 e il 20 luglio dell'anno scorso. Il giudice non ha ritenuto di escludere l’aggravante della premeditazione contrariamente a quello che sosteneva la difesa rappresentata dagli avvocati Gianpaolo Zancan e Silvia Alvares del Foro di Torino.

È il primo caso in Canavese in cui non è stato più possibile ricorrere al rito abbreviato da quando è entrata in vigore la legge del 12 aprile 2019 che esclude lo sconto di pena - un terzo - per i delitti puniti con l'ergastolo.

Per il pm Daniele  Iavarone, infatti, Alberto Diatto, quella sera, aveva raggiunto in auto Vistrorio con il chiaro intento di uccidere Roberto Moschini dopo un primo litigio, forse per soldi, avvenuto la mattina. Ma dopo quel litigio, non si sarebbe allontanato. Anzi sarebbe rimasto nei pressi dell'abitazione di Moschini, nascosto. Solo dopo sarebbe ripartito e avrebbe raggiunto Torino prima di ritornare aVistrorio e uccidere Roberto Moschini colpendolo con cinque colpi inferti con un punteruolo in metallo.

Udienza il 27 ottobre
L’udienza davanti alla corte d’Assise a Ivrea presieduta dal giudice Vincenzo Bevilacqua, è stata fissata il 27 ottobre. Si sono costituiti parte civile il padre di Roberto Moschino, Orvinio, è la sorella Patrizia (avvocato Paolo Campanale di Ivrea).

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