TORINO. Rimettere il futuro della scuola in mano a chi la vive tutti i giorni. Ovvero studenti e insegnanti. E con questo proposito che nasce la «Scuola di quartiere» di Acmos. Fino al 24 luglio la Circoscrizione 6 diventerà la sede di laboratori, conferenze e assemblee dedicate al mondo della scuola, con oltre 200 partecipanti attesi da tutta la città, compresi ospiti come don Luigi Ciotti e lo scrittore Guido Catalano. L’idea è nata durante il lockdown: «Abbiamo assistito alla chiusura delle scuole e allo stesso tempo ad una società che non si è impegnata a riaprirle. Questo ci ha fatto pensare - spiega il presidente di Acmos, Diego Montemagno - La didattica per molti ragazzi, soprattutto quelli che vivono nei quartieri più difficili, rappresenta un faro contro l’esclusione. E allora abbiamo deciso di creare uno spazio per dare voce alla povertà educativa».

Così è partito il progetto che ha visto subito l’appoggio della presidente della Sei, Carlotta Salerno: «Ci sembrava doveroso aprire i nostri uffici alla cittadinanza, dato che attualmente sono inutilizzati a causa dell’emergenza Covid».

I primi a chiedere uno spazio dove discutere e fare proposte sono stati gli stessi studenti delle scuole periferiche della città, che durante il lockdown hanno pagato lo scotto del digital divide: «I mezzi di comunicazione non erano dei migliori -racconta Ambra Ceraldi, studentessa del quinto anno del liceo Einstein - Ho dovuto cambiare il pc a mie spese e alcuni miei compagni si sono dovuti arrangiare con connessioni wifi di fortuna». La paura maggiore per il prossimo anno? «Riprendere la didattica con gli stessi problemi vissuti durante il periodo del lockdown».

Un pensiero che corre anche tra i dirigenti scolastici: «Quella vista da marzo in poi, più che didattica a distanza era di emergenza - ammette Cristina Trecco, vicepreside dell’istituto tecnico Peano - Ora abbiamo bisogno di stabilità e organizzazione: oltre al tema connessioni, bisogna creare un sistema unico per la gestione delle lezioni a distanza». Per il dirigente dell’Einstein Marco Chiauzza, non basta parlare di scuola: «Le disuguaglianze tra gli studenti si sono accentuate a causa di condizioni di povertà economica e culturale presenti nelle case. Su quelle bisogna ragionare per migliorare la didattica alternativa».

Il percorso di questi giorni sarà raccolto in un quaderno, che sarà poi consegnato alla ministra Lucia Azzolina, all’interno di uno zaino firmato da tutti i partecipanti al progetto. —

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