13 luglio 2020 - 17:12

Merkel-Conte: il faccia a faccia sul Recovery fund

Il confronto precede il vertice europeo in programma il 17 e 18 luglio a Bruxelles

di Paolo Valentino

Merkel-Conte: il faccia a faccia sul Recovery fund
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Dal nostro corrispondente
Berlino Al vertice di Bruxelles «occorre costruire ponti» e «non so se riusciremo a raggiungere un accordo, anche se sarebbe positivo». Forse «dovremo rivederci un’altra volta prima dell’estate». Ma una cosa è certa: «Quello che abbiamo proposto come fondo per la ripresa dev’essere poderoso, non può essere ridimensionato perché la sfida che abbiamo di fronte richiede una grande risposta, che ha una dimensione politica». Angela Merkel scandisce una per una le parole. Giuseppe Conte incassa soddisfatto il messaggio della cancelliera, alla quale riconosce «grande capacità politica, visione strategica e la piena consapevolezza del momento storico che viviamo».

L’incontro del Castello di Meseberg, nella marca brandeburghese, conferma che Italia e Germania giocano insieme nella partita del Recovery Fund, con l’obiettivo di giungere in tempi rapidi a una forte reazione dell’Europa alla pandemia e alle sue devastanti conseguenze economiche.

Le convergenze tra Roma e Berlino sono importanti. Conte mette in guardia dall’introduzione di condizionalità che rischierebbero di compromettere l’efficacia degli aiuti: «Sarebbe una follia». Ma sulla governance il premier fa un’apertura significativa. Occorrono «criteri di spesa chiari e trasparenti in un quadro di solidarietà comune» e «un costante monitoraggio sulla coerenza dei programmi e sulla loro attuazione«, dice il presidente del Consiglio, precisando che per un Paese «la scelta sull’uso delle risorse dev’essere discrezionale, ma non può essere arbitraria». Merkel sembra gradire il passaggio, riconoscendo all’ospite di «essere proattivo con la sua agenda di riforme» e le sue «idee per far uscire l’Italia da questa crisi». E aggiunge: «Non vedo difficoltà per quello che riguarda la posizione negoziale italiana». Come dire che i veri problemi alla trattativa li stanno creando altri, in primis i quattro Paesi «frugali» o meglio avari.

Merkel usa una narrativa familiare a Conte. Ricorda il comune interesse di Germania e Italia al funzionamento del mercato unico: «Abbiamo visto che se le catene di valore aggiunto vengono distrutte, questo ci colpisce tutti”. Uscire positivamente dalla situazione in cui la pandemia ha gettato l’economia europea, è quindi in primo luogo«una responsabilità tedesca».

Il che non toglie che tra Italia e Germania ci sia anche qualche scontata differenza d’approccio. La cancelliera per esempio conferma la sua vocazione intergovernativa, definendo una «buona soluzione» e dicendosi pronta a sostenere la proposta di Charles Michel, secondo il quale dovrà essere una maggioranza qualificata al Consiglio a decidere su come verranno spesi i fondi, dopo il negoziato dei singoli Stati con la Commissione. Il premier italiano invece ribadisce che la fase attuativa «non può essere di competenza» del Consiglio europeo.

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