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L’Italia come il Titanic: per evitare l’affondamento vanno individuati gli iceberg

Il Pil tricolore registrerà quest’anno un calo stimato del l’11,2%. Ma il peggio non è passato, e bisogna evitare “furbate”

di Giancarlo Mazzuca

Stime Ue peggiorano: nel 2020 Pil in Italia crolla dell'11,2%

2' di lettura

Ai Giri d’Italia dei tempi d’oro veniva assegnato un lauto premio di consolazione al ciclista che arrivava ultimo in classifica al traguardo finale di Milano. Ma, oggi, neppure più quello. Cosa che capiterà anche all’Italia destinata a restare maglia nera dell’Europa per chissà quanto tempo ancora nonostante il confortante recupero della produzione industriale. A dispetto delle ultime schiarite sul fronte produttivo, la situazione resta, in effetti, molto pesante: stando alle previsioni fornite da Bruxelles, il Pil tricolore registrerà quest’anno, sotto i colpi del “coronavirus”, un vistosissimo calo, qualcosa come l’11,2% .

La “maglia nera” dell’Italia

Siamo davvero in fondo al gruppo considerando che l’Eurozona registrerà, mediamente, una caduta dell’8,1%, Siamo ultimi e pure staccati: basta considerare che la nostra recessione (-6,3%) è quasi doppia rispetto a quella segnalata in Germania. Come se tutto questo non bastasse, nel Belpaese sta anche salendo vistosamente il rapporto debito/Pil che potrebbe attestarsi, quest’anno, attorno alla cifra-record del 170% . In altri tempi, con queste cifre, avremmo gridato al “si salvi chi può”, ma, in questa situazione d’emergenza, ci abituiamo a tutto, anche alle prospettive più drammatiche.

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L’allarme occupazione

Nelle scorse settimane, abbiamo continuato a strapparci le vesti sul Mes o sul non-Mes senza renderci conto che, al di là dei prestiti europei da rimborsare, ci sono da sciogliere sul tappeto nodi ancora più stretti. Pensiamo solo all’allarme-occupazione: secondo l’Ocse il tasso dei senza-lavoro in Italia dovrebbe raggiungere quest’anno il 12,4%, una cifra particolarmente alta ma oggi piuttosto prevedibile piuttosto tenendo conto dei mesi di “blackout” totale che abbiamo trascorso con le attività produttive bloccate causa pandemia.

Il peggio non è passato

Il vero problema è un altro: anche l’anno prossimo - quando il Covid 19 (speriamo) sarà solo un brutto ricordo e l’Azienda Italia avrà davvero riaperto i battenti - la disoccupazione resterà a livelli elevatissimi (11%). Intendiamoci, pur criticando tutti coloro che vedono nero a 360 gradi e sostengono che siamo alla canna del gas, non dobbiamo neppure chiudere gli occhi di fronte all'emergenza. Piuttosto, dobbiamo essere realisti: per non diventare anche noi un “Titanic”, abbiamo bisogno di individuare con largo anticipo gli “iceberg” che saranno sempre più sulla nostra rotta. A leggere certe interviste di tanti furbetti (al governo e non) sembra quasi che il peggio sia definitivamente alle nostre spalle ma, almeno sul fronte economico, non è purtroppo così. Il premio Nobel per l’economia Franco Modigliani, che ebbi la fortuna d’intervistare tanti anni fa, diceva sempre: «La pecca più grande degli italiani, il loro vizio peggiore, il difetto più imperdonabile è la furbizia». Con il senno di poi, aveva proprio ragione.


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