10 luglio 2020 - 03:43

Coronavirus: nuovo record casi Usa, oltre 65.000 in 24 ore

L’epidemia continua a crescere: è il secondo giorno record di contagi consecutivo. L’immunologo Fauci: «Comprensibile che UE chiuda le frontiere ai viaggiatori Usa»

di Laura Zangarini

Coronavirus: nuovo record casi Usa, oltre 65.000 in 24 ore
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Gli Stati Uniti hanno registrato un nuovo record di contagi da coronavirus giovedì 9 luglio, con oltre 65.500 casi aggiuntivi contati in 24 ore, secondo il conteggio alle 20:30 locali della Johns Hopkins University. Il numero totale di casi registrati nel Paese dall’inizio della pandemia è ora superiore a 3,11 milioni. Il precedente record risaliva a martedì, con oltre 60.200 nuovi casi in un giorno. La preoccupazione per il virus continua a crescere: da diverse settimane gli Usa stanno vivendo un focolaio di infezioni nel sud e nell’ovest del Paese, di gran lunga il più colpito in termini assoluti. Gli esperti temono che la curva della morte seguirà rapidamente lo stesso percorso di quella delle nuove infezioni.

Mille persone sono morte di Covid-19 sul suolo americano nelle ultime 24 ore e la malattia ha causato un totale di 133.195 vittime negli Stati Uniti. «Siamo in una situazione molto difficile», ha detto giovedì l’esperto di malattie infettive Anthony Fauci, che consiglia la Casa Bianca sulla crisi di Covid-19. La riapertura del Paese è avvenuta «saltando tutti i passaggi suggeriti», ha criticato durante una teleconferenza organizzata dal quotidiano politico «The Hill». «Non è il modo giusto di farlo. Dobbiamo ripensarlo e farlo diversamente».

«Penso che gli Stati debbano mettere in pausa il loro processo di deconfinamento», ha aggiunto, sfumando: «Non credo che dovremmo tornare a una chiusura completa». il presidente Donald Trump minimizza questi record quotidiani. «Per la centesima volta, il motivo per cui abbiamo così tanti casi, rispetto ad altri Paesi che non fanno di gran lunga meglio di noi, è che testiamo molto di più e meglio«, ha scritto su Twitter il tycoon.

È «comprensibile» che l’Ue abbia chiuso le frontiere ai viaggiatori dagli Usa per paura del coronavirus, ha sottolineato l’immunologo durante il podcast settimanale di FiveThirtyEight, indicando come il tasso delle infezioni, nel Vecchio Continente sia molto più basso che negli Usa.

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