I giovani dopo il Covid: soddisfatti della loro vita, ma preoccupati per la salute

I giovani vorrebbero essere più coinvolti nelle decisioni che riguardano il ritorno a scuola. Sono fiduciosi su ambiente e relazioni
I giovani dopo il Covid soddisfatti della loro vita ma preoccupati per la salute

Sono soddisfatti della loro vita, ma convivono con la preoccupazione per la salute e il benessere economico. Questi sono i giovani dopo il Covid secondo The future we want, il manifesto degli adolescenti in Italia sul futuro generato dalla pandemia, realizzato da Unicef.

L'indagine ha coinvolto giovani tra i 15 e i 19 anni e ha raccolto le loro sensazioni nate anche dalle settimane dell'isolamento. L'emergenza ha migliorato le relazioni in famiglia e con i conviventi. Ha anche aumentato però la percezione del rischio di violenza domestica. Il 64% degli adolescenti è d’accordo con la frase «Casa non è per tutti un luogo sicuro», con un 73% di ragazze e il 53% dei maschi.

Il periodo di isolamento per gran parte dei ragazzi, uno su tre, ha portato a un miglioramento delle relazioni tanto da renderli fiduciosi per il futuro su queste come sull'ambiente. I giovani chiedono maggiore impegno nella lotta alla discriminazione e contro i crimini d'odio. Vorrebbero più tempo da dedicare al prossimo, il superamento delle disparità legate a provenienza, disabilità e genere.

Gli adolescenti vorrebbero poi essere più coinvolti nelle decisioni che riguardano il ritorno a scuola e diminuire il digital divide. Il digitale è stato il mezzo per comunicare con gli altri e lo vorrebbero sempre al meglio possibile.

Anna Riatti, responsabile dell'Unicef per la risposta a favore dei bambini e adolescenti migranti e rifugiati ha spiegato: «Durante l'intera emergenza gli adolescenti hanno mostrato una grande capacità di resilienza e di attenzione nei confronti dei coetanei più vulnerabili. Questo manifesto ci ricorda ancora una volta l'importanza dell'ascolto ed è un chiaro segnale dei valori positivi che gli adolescenti possono promuovere e amplificare all'interno delle loro comunità. Non possiamo non coinvolgerli in una sfida che deve porre al centro i loro bisogni e le loro aspirazioni».

A giovani resta una normalità che non è per forza quella pre Covid. Francesco Samengo, presidente Unicef Italia la definisce una realtà nuova, in cui si riconoscono. Dal manifesto viene fuori la domanda di una società più rispettosa delle diversità e improntata all’uguaglianza e alla solidarietà.

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