9 luglio 2020 - 14:54

In sedia a rotelle «come avesse 400 anni»: la vecchiaia fragile dell’ex musa Yoko Ono

Un amico di famiglia al «New York Post»: la vedova di John Lennon è malata, «un po’ rallentata» e bisognosa di assistenza continua. Da un anno non compare in pubblico

di Irene Soave

In sedia a rotelle «come avesse 400 anni»: la vecchiaia fragile dell'ex musa Yoko Ono
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Gravemente malata, su una sedia a rotelle, continuamente assistita da una badante o dal figlio Sean: a 87 anni la donna a cui molti fan dei Beatles hanno attribuito la maligna onnipotenza di sfasciare la band «più famosa di Gesù», Yoko Ono, si sarebbe trasformata in uno scheletro fragile che rifiuta di uscire dal suo appartamento nell’Upper East Side di fronte al quale il marito John Lennon fu ucciso ormai 40 anni fa; vende un pezzo dopo l’altro il suo patrimonio immobiliare; sente vicina la fine della sua vita straordinaria.

Lo ha raccontato al New York Post un suo amico, Elliot Mintz, che negli ultimi anni ha assunto un ruolo informale di «portavoce» di Yoko Ono e del figlio Sean con i media. Del resto, ha commentato, «Yoko ha 87 anni vissuti come 400». Da più di un anno non compare in pubblico, e l’ultima volta - a gennaio 2019 - è stato a un corteo femminista, sulla sua inseparabile sedia a rotelle. In sedia a rotelle, spinta dal figlio Sean e scioccando alcuni ospiti, ha ritirato la sua ultima onorificenza, il premio annuale della National Music Publishers’ Association; già allora, ringraziando per il premio, aveva ringraziato «anche la mia malattia, che non smette di insegnarmi così tanto». Su quale sia la sua malattia c’è riserbo: né Sean, né Mintz né altri della cerchia di intimi di Yoko Ono hanno mai detto di che si tratti; quel che si sa è che non cammina se non con grandi difficoltà e un bastone, è costantemente assistita da un’infermiera e «come tutti alla sua età è un po’ rallentata nel parlare. Ma è acuta come sempre», ha detto Mintz.

Del resto all’alternarsi di trionfi e tracolli Yoko Ono è stata abituata dai primi anni della sua vita, iniziata a Tokyo nel 1933: il lato più aggressivo del suo carattere, ha raccontato spesso lei, viene da quando la sua famiglia da ricca diventò poverissima durante la Seconda Guerra Mondiale; e lei si trovò, figlia con maniere da principessa di un banchiere e di una pianista classica, tormentata dai coetanei nel villaggio di campagna dove la famiglia era riparata. Le stroncature delle sue opere d’arte - Yoko Ono e la sua libera associazione avanguardista Fluxus furono tra i primi, negli anni Sessanta, a esplorare arte concettuale e performance - erano feroci tanto quanto i suoi successi: ammirata da artisti come l’amico Andy Warhol, la sua arte è stata spesso stroncata come «parassitaria» della fama del marito. E così via.

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In realtà fu proprio a una mostra di opere di Yoko Ono che lei e John Lennon si conobbero: una delle opere era un muro in cui ogni visitatore avrebbe dovuto piantare un chiodo, ma poiché Lennon stava visitando la mostra in anteprima sull’apertura lei non voleva che lui inaugurasse l’opera, se non almeno dietro un compenso simbolico; lui allora le offrì «cinque scellini immaginari per piantare un chiodo immaginario». Questa, a novembre 1966, fu la loro prima conversazione; l’amore cominciò mesi dopo.

E sull’effetto che l’amore tra John e Yoko, che si sposarono nel 1969, ebbe sulle sorti dei Beatles, che si separarono nel 1970, i fan della band tendono a essere molto critici: fu lei, sostengono molti, a rovinarlo facendogli provare l’eroina; lei a criticare le canzoni, lei a metterlo contro il resto del gruppo per portare avanti progetti paralleli come la loro Plastic Ono Band; «essere una Yoko Ono» è persino diventato un modo di dire, e quando tra il 1973 e il 1975 la coppia si divise temporaneamente furono in molti a tirare un sospiro di sollievo.

In quegli anni Yoko Ono si trovava in un altro baratro personale: il primo marito, il produttore Anthony Cox, aveva rapito nel 1971 la loro figlia Kyoko, oggi 56enne, per crescerla in una comunità di fondamentalisti cristiani, e gli sforzi per ritrovarla avevano scavato un solco tra lei e Lennon; i due avevano annunciato almeno tre gravidanze e nessuna era arrivata a termine, e solo nel 1975, a dieci anni dal loro primo incontro, arrivò il figlio Sean.

All’ultimo compleanno di Yoko Ono, l’87esimo, festeggiato il 18 febbraio scorso nel posto dove Sean glielo organizza ogni anno, c’erano entrambi: Sean Lennon, «che adora sua madre e cena con lei tre volte a settimana, e la porta spesso come guest star nella sua band» (sempre Mintz). E Kyoko Cox: rapita dal padre da bambina, si mise in cerca di Yoko Ono solo dopo la morte di John Lennon, nel 1980, e ora «è grande amica di Sean e parte integrante della famiglia». Con loro, attorno al tavolo del Bar Wayo, una trentina di invitati molto intimi: Mintz, la cantante Cyndi Lauper, il fondatore di Rolling Stone Jann Wenner. «Una celebrazione in tono un po’ minore», riporta il New York Post; dalla quale però Yoko e Sean sono stati gli ultimi ad andare via, a notte ormai inoltrata.

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