Chi paga?

Giorgia Meloni non fa in tempo a compiacersi sulla sua pagina Facebook per la storia delle gemelline siamesi operate al «Bambino Gesù» che subito, nello spazio riservato ai commenti, scatta il mal di pancia di una parte dei seguaci: «Chi paga?». Voglio escludere che ad angustiarli sia stato il colore delle bambine. Al limite la loro nazionalità, in applicazione del principio sovranista secondo cui, prima di separare i corpi di due creature nate in Centrafrica, bisognerebbe avere esaurito tutti gli arretrati dei pazienti italiani, tonsille e adenoidi comprese. Tranquillizziamoli. Il «Bambino Gesù» è un ospedale vaticano, quindi il grosso del conto lo salderà il Papa. Ma se anche l’intervento fosse stato finanziato per intero dallo Stato italiano, ne sarei felice. Non riesco a immaginare un uso migliore delle mie tasse. In compenso ne conosco di peggiori. Chi paga i burocrati che rallentano qualsiasi pratica per ignavia, avidità o paura? Noi. E chi paga i dipendenti pubblici che durante la pandemia si sono chiusi in casa con più zelo di un congresso di virologi e hanno continuato a prendere lo stipendio senza fare nulla, infischiandosene dei colleghi che nel frattempo si addossavano la loro parte di lavoro? Sempre noi. Eppure, tra chi mena scandalo per l’operazione delle due bambine, sarebbe vano cercarne uno che si indigni per i veri sperperatori del denaro pubblico. Forse perché sono italiani. O forse perché sono gli stessi che poi scrivono: «Chi paga?».
E magari neanche pagano.

9 luglio 2020, 07:10 - modifica il 9 luglio 2020 | 11:43

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