Se Andrzej Duda, presidente uscente della Polonia, conserverà il posto domenica prossima, battendo Rafal Trzaskowski, sindaco di Varsavia, dovrà ringraziare calorosamente la televisione di stato, TVP, e altri media pubblici che non hanno risparmiato forze nè parzialità per conservarlo al potere. I sondaggisti prevedono una sua vittoria per il rotto della cuffia, al 50,9%, più o meno. Il 30% dei polacchi ha votato al primo turno per Trzaskowski, candidato della Coalizione Civica, che pur essendo di centro-destra è sensibilmente più progressista di Duda sui diritti Lgbt e sull’integrazione europea. Il ballottaggio del 12 luglio diventerà un referendum popolare fra le opinioni di Duda e quelle del suo sfidante, ma le prime hanno ottenuto molta più visibilità e un devoto appoggio nei notiziari. Risulta per esempio che nella prima metà di giugno quasi il 97% degli interventi trasmessi da TVP su Duda erano favorevoli e l’87% di quelli riservati a Trzaskowski erano critici.
Voto in Polonia,
I cavalli di battaglia del presidente in carica (e in quota al Pis, Diritto e Giustizia, il partito conservatore del premier Mateusz Morawiecki) sono i temi cari ai sovranisti: le cospirazioni internazionali contro il popolo polacco di oscure forze omosessuali, giudaico-plutocrate nascoste in Svizzera (il riferimento è alla partecipazione dell’avversario agli incontri a Montreux del club Bilderberg, una «lobby segreta straniera che delibera a porte chiuse»). In maggio, prima che l’epidemia di Covid 19 imponesse il rinvio delle elezioni, Duda era convinto di essere riconfermato a larga maggioranza; ma l’opposizione ha guadagnato terreno nei tempi supplementari della campagna elettorale. E al presidente sostenuto dal leader del PiS, Jaroslaw Kaczynski, non è rimasto che spingere a fondo la manetta della propaganda populista: attenzione, pericolo valanghe gay sulla famiglia perbene!
7 luglio 2020, 21:40 - modifica il 7 luglio 2020 | 21:41
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