post covid

Commercialisti e avvocati già schierati a difesa delle aziende in difficoltà

Le strategie per il restructuring puntano all’espansione: nuovi ingressi, partnership e uffici all’estero per “agganciare” investitori stranieri

di Valeria Uva

(AdobeStock)

3' di lettura

Professionisti in campo anche per prevenire le crisi di impresa. Gli studi già specializzati in restructuring e salvataggi aziendali si stanno preparando a quella che loro stessi definiscono «l’ondata di autunno» ovvero l’emersione in chiaro di situazioni di difficoltà, soprattutto nelle Pmi per gli effetti del Covid.

In controtendenza,rispetto ad altre realtà professionali che hanno dovuto rinviare gli investimenti, le strategie di questi studi puntano tutte all’espansione: nuovi ingressi, partnership con altre realtà, soprattutto in chiave multidisciplinare ,e persino aperture di uffici all’estero per “agganciare” investitori anche stranieri.

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Tutte mosse che sono partite già durante la fase più dura del lockdown per farsi trovare pronti in autunno.

«Per le aziende che già prima della pandemia erano in difficoltà si è verificato un effetto paradossale - nota Raffaele Di Capua, senior partner di Di Capua Sandoval - le misure di sostegno messe in campo dal Governo stanno ritardando il momento in cui i nodi verranno al pettine».

In pratica, i vari aiuti (moratorie sui mutui, bonus, prestiti e contributi a fondo perduto) ottenuti anche da realtà che a marzo e aprile avrebbero richiesto comunque le procedure concorsuali, stanno prolungando l’agonia. «Ma in autunno la crisi esploderà - commenta ancora Di Capua e bisognerà farsi trovare pronti».

Lui con il suo studio (commercialisti e revisori legali con sedi a Roma e Milano) specializzato nel restructuring e nelle crisi di impresa si è mosso proprio durante il lockdown con due nuovi ingressi di senior partner («Perché in questa fase servono professionisti specializzati con grande esperienza») e due partnership con altrettanti fondi di private equity internazionali, pronti a investire in procedure concorsuali. «E in un futuro non troppo lontano puntiamo anche ad aprire una sede a Parigi per avvicinarci di più ai tanti investitori in quel Paese che guardano con sempre maggiore attenzione all'Italia».

Posizionamento nel mercato finanziario

Strategico in questa fase preparatoria per i professionisti del settore è proprio il posizionamento nel mercato finanziario. Nascono e si sviluppano rapporti sempre più stretti con il mondo bancario che a sua volta si avvale del professionista per analizzare insieme i fondamentali del cliente e i piani di salvataggio presentati.

«Cruciale è la velocità di intervento - ricorda Giulio Cerioli, presidente Nexta - che da un lato può essere garantita con la multidisciplinarietà, cioè affiancando al commercialista anche il consulente del lavoro e l’avvocato, dall’altra servono partnership con le banche». In questo senso Nexta, società tra avvocati radicata nel Nord e Centro Italia durante il lockdown ha fatto nascere il progetto «Banca e professionisti di impresa» e si avvia a concludere due accordi con altrettanti istituti di credito «per organizzare uno stretto e continuo dialogo a tre tra azienda, consulente e impresa».

La rete sul territorio

Fare rete. Anche questa è una strategia messa in piedi in questi mesi per prepararsi all’ondata di crisi di autunno. A Milano, ad esempio, lo studio Villa Roveda Associati si è fatto promotore del network Sba (Sostenium business advisory) insieme con gli studi, altrettanto radicati sul territorio lombardo, Muliari e Limido & Radice. «Di fatto, è una sorta di pronto soccorso per le imprese - commenta Marco Gentile, associate di Villa Roveda - attraverso l’intervento di più professionisti si riescono a svolgere in breve i tre passaggi fondamentali dell’assistenza all’azienda in difficoltà: supporto organizzativo immediato, analisi economica e legale di dove si è ora e il monitoraggio delle azioni intraprese».

Decisivo per tutti è il fattore tempo: l’intervento tempestivo ai primi segnali di difficoltà dell’azienda consente, in molti casi, di evitare il fallimento vero e proprio e di coinvolgere investitori “dalle spalle larghe” che possono salvare oltre alla produzione anche i posti di lavoro.

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