ROMA. E’ un’agenda fitta quella del consiglio dei ministri di questa sera. Il governo si è dato appuntamento alle 21.30 per approvare, tra gli altri, tre provvedimenti cruciali come il “decreto-semplificazioni”, pensato per fare ripartire cantieri e investimenti, un nuovo scostamento di bilancio e, infine, il Piano nazionale di riforme che sarà anche l’ossatura del “Recovery plan” da presentare all’Europa per ottenere i fondi stanziati per contrastare la crisi economica. Un lavoro che dovrebbe durare fino a notte inoltrata e che potrebbe persino avere delle appendici, visto che il Pd Graziano Delrio ha già parlato di un’approvazione “salvo intese” per il “decreto semplificazioni”.

E’ proprio il decreto progettato per sbloccare appalti e investimenti a creare le maggiori discussioni. Si parla di usare il “modello Genova”, ovvero di adottare procedure semplificate ricorrendo a commissari come accaduto per la ricostruzione del ponte crollato nel 2018. Matteo Renzi incalza da tempo il governo: «Sono per il modello expo (di Milano, ndr) non per il modello Raggi: le cose si devono fare sennò si muore di fame. Bisogna sbloccare le opere e semplificare le regole del gioco Sono per sbloccare le opere pubbliche : ci sono 120 miliardi di euro pronti».

Ma la velocizzazione delle procedure mette in allarme partiti e sindacati. Anna Maria Bernini di Fi apprezza l’ipotesi dei commissari, ma chiede di non prevedere il ricorso ai Dpcm, i decreti del presidente del consiglio già usati per le chiusure durante l’emergenza Coronavirus. «Stasera il Consiglio dei ministri dovrebbe finalmente varare il decreto legge sulle semplificazioni, con la nomina tra l'altro di 12 commissari per accelerare la realizzazione di 25 opere strategiche. Ma sarebbe inammissibile, come invece si legge nelle bozze circolate, che l'indicazione di queste opere venisse affidata a un decreto del presidente del Consiglio». Il centrodestra vuole che tutto passi comunque per il Parlamento e non accetta l’idea di affidare tutto nelle mani del solo premier.

Ancora più preoccupati sono i sindacati. La Filcams-Cgil teme che la velocità porti anche «illegalità» e lasci spazio alla malavita: «La bozza di decreto in discussione tra le forze di Governo rischia di essere dannosa e un passo indietro sul terreno della legalità e della trasparenza». In particolare, «la messa in  discussione del Durc, favorisce l'illegalità, così come la totale liberalizzazione del subappalto, soprattutto negli appalti di servizi, vedrà gravi conseguenze sulle condizioni e sui diritti delle lavoratrici e lavoratori e sulla qualità dei servizi erogati».

Nel provvedimento, peraltro, dovrebbero entrare anche norme a favore dei comuni del centro Italia colpiti dal terremoto, secondo quanto riferito dal commissario Giovanni Legnini dopo un colloquio con il premier Conte. «Il governo, mi ha garantito il presidente Conte intende inserire le norme per accelerare la ricostruzione pubblica e privata nel decreto semplificazioni di prossima emanazione».

Molti nodi da sciogliere, insomma, tanto che Delrio ipotizza appunto la formula dell’approvazione «salvo intese», ovvero un via libera ad un testo di fatto provvisorio che potrà ancora essere modificato: «Credo che uscirà dal Consiglio dei ministri con un “salvo intese”, il che significa che il testo potrà essere soggetto a ulteriori modifiche dei ministeri nei prossimi giorni». Ma per il ministro degli Esteri Luigi Di Maio stasera «approveremo il decreto semplificazioni. Un altro passo importante per il futuro di questo Paese», così scrive in un post su Facebook.

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