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Castel Volturno e la mafia nigeriana

Il libro di Sergio Nazzaro, Mafia nigeriana. La prima inchiesta della squadra anti tratta, cerca di entrare nei meandri di quest'organizzazione

di Andrea Di Consoli

3' di lettura

La legislazione italiana è molto rigorosa a proposito dei reati di mafia. Nel senso che il reato di associazione mafiosa si configura soltanto quando ci si trova in presenza di un preciso sodalizio criminale con rigide strutture organizzative, con riti codificati di affiliazione e che faccia uso di metodi violenti. Altrimenti il rischio è quello di chiamare “mafia” ogni tipo di atto criminale, in tal modo depotenziando il concetto di mafia. Perché se tutto è mafia, nulla più lo è.


In Italia gli stranieri che vivono nell'illegalità e nel crimine sono numerosi, ma soltanto un gruppo etnico ha lo status giuridico di mafia, ed è quello nigeriano.

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La mafia nigeriana è poco conosciuta perché è molto difficile decifrare il loro linguaggio e intercettare la loro straordinaria capacità di vivere al di fuori della legge e di ogni forma di “mappatura” anagrafica. La sede operativa di questa mafia si trova a Castel Volturno, in provincia di Caserta, e da circa vent'anni gli inquirenti stanno cercando di capire meglio come funziona e come contrastarla.

Uno dei maggiori esperti di mafia nigeriana è Sergio Nazzaro, un reporter coraggioso e appassionato che da anni cerca di entrare nei meandri di quest'organizzazione. Il suo ultimo lavoro, Mafia nigeriana. La prima inchiesta della squadra anti tratta (Città Nuova Editrice, 136 pagg., 16,00 euro), utilizza un metodo di scrittura ibrida, poiché mescola inchiesta, reportage, racconto diretto del lavoro sul campo, lacerti di intercettazioni e testimonianze dirette di chi quotidianamente combatte quest'organizzazione, la cui storia è molto complessa, in quanto nasce, per degenerarsi con il passare degli anni, negli ambienti universitari nigeriani come conseguenza delle feroci divisioni classiste della Nigeria.

Famiglie

Non è facile capire come funziona la mafia nigeriana, ma quello che ora si sa è che organizzata per cults (che potremmo tradurre come “famiglie), i cui nomi sono Maphite, Eiye, Black Axe, Bucaneers, Vikings. A comandare su tutti è un Don che si trova in Nigeria. Poi ci sono i vice Don internazionali, e i Don nazionali. Ai livelli più bassi, infine, ci sono i professori, i chief e i Gogo. Quindi la mafia nigeriana è un'organizzazione piramidale che opera in tutto il mondo, ma il cui vertice è stabilmente piantato in Nigeria.

Prostituzione e spaccio di droghe

La domanda che bisogna porsi è la seguente: che tipo di illeciti compie questa mafia in Italia (da Nord a Sud)? Qui si apre un capitolo molto interessante, perché richiama direttamente in causa le mutazioni che sono in atto all'interno delle mafie tradizionali italiane. La mafia nigeriana si occupa principalmente di prostituzione, spaccio di droga, clonazioni di carte di credito e gestione degli immigrati. In pratica si occupa di tutte quelle attività che creano un grande allarme sociale. Le mafie italiane, al contrario, preferiscono occuparsi di attività illecite che non danno nell'occhio: dalle infiltrazioni nell'economia sana e nel meccanismo degli appalti pubblici al traffico di droga internazionale. Tutte attività che non espongono alla riprovazione sociale a cui invece va incontro chi spaccia apertamente oppure chi offre il proprio corpo per strada. I mafiosi nigeriani, dunque, non puntano per ora a sostituirsi alle mafie autoctone, ma a fare il lavoro sporco che i mafiosi italiani non vogliono più fare.
L'aspetto che più sconcerta di questa mafia è la violenza dei suoi metodi di coercizione. Nazzaro offre documenti inediti sui loro metodi punitivi, anche se è molto difficile quantificare gli omicidi in un mondo sommerso dove tante persone sono clandestine e dunque non registrate da nessun'anagrafe. La cosa certa è che anche loro hanno capito che compiere omicidi alla luce del sole aumenta la pressione delle forze dell'ordine e le attività inquirenti, e dunque evitano di compierne.

Nei suoi tanti lavori sulla mafia nigeriana Nazzaro ha sempre sottolineato il grande problema della “domanda”, nel senso che gli italiani consumano molti soldi per acquistare droghe e per consumare rapporti sessuali con le prostitute. Evidentemente finché c'è una domanda ci sarà anche un'offerta, e quanto più è rischiosa e pericolosa, quest'offerta, tanto più verrà svolta da mafie che non hanno ancora fatto il salto di qualità nella cosiddetta zona grigia della mafia finanziaria ed economica.

Castel Volturno

Emerge infine il grande problema di Castel Volturno e di un pezzo della provincia di Caserta, che lo Stato non riesce ancora a controllare e a riportare alla legalità. Un vero e proprio buco nero nel quale vengono quotidianamente risucchiati gli aspetti più oscuri della società e dell'economia italiana.

Sergio Nazzaro, Mafia nigeriana. La prima inchiesta della squadra anti tratta, Città Nuova Editrice, 136 pagg., 16,00 euro

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