Procura di Milano

Cellulari, servizi a pagamento mai attivati: perquisita la sede di Wind-Tre a Rho, 11 indagati, sequestrati 12 milioni di euro

L’indagine coinvolge anche Vodafone, Tim e un'altra società. All’opera il Nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche della Guardia di Finanza

Scoperto mercato nero di dati riservati, perquisizioni e arresti

2' di lettura

La Procura di Milano ha messo sotto indagine 11 persone per truffa nei confronti di centinaia di utenti delle compagnie telefoniche che si sono visti addebitare dei servizi a pagamento senza aver mai dato il consenso. Perquisizioni e sequestri sono stati effettuati nella sede legale di Wind-Tre dagli uomini del Nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche della Guardia di Finanza e contestualmente la procura ha inviato una lettera all'Autorità garante per le comunicazioni in relazione alla posizione di Vodafone, Tim e un'altra società.

Da quanto risulta dall’indagine, sono migliaia i clienti delle tre più importanti compagnie telefoniche italiane, Wind-Tre, Vodafone e Tim, a cui sono stati accreditati importi non dovuti per attivazioni indebite dei cosiddetti Servizi a valore aggiunto (Vas) sul proprio dispositivo mobile. Il fenomeno illecito, come emerge dai riscontri acquisiti dal consulente informatico della Procura di Milano, non si è interrotto neppure durante la recente emergenza sanitaria nazionale. Secondo l'indagine coordinata dal Procuratore della Repubblica Francesco Greco, dall'aggiunto Eugenio Fusco e dal pm Francesco Cajani, bastava visitare una pagina web, talvolta con l'inganno di fraudolenti banner pubblicitari e, senza far nulla (Zero Click), ci si ritrovava istantaneamente ad essere abbonati a un servizio che prevede il pagamento di una somma di denaro sul conto telefonico ogni settimana o mese in cambio dell'accesso a contenuti come notizie, oroscopi, suonerie, meteo, gossip, video o altro.

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Si tratta di un business illecito da milioni di euro con opportunità di guadagno anche mediante le attivazioni dei servizi Vas sulle connessioni mobili usate tra macchine per lo scambio di dati (le cosiddette machine to machine, M2M) senza alcun consenso da parte di utenti. Le ipotesi di reato sono frode informatica ai danni dei consumatori, l'intrusione abusiva a sistema telematico e la tentata estorsione contrattuale commessa da 3 persone - alcuni con ruoli dirigenziale - di Wind-Tre in concorso con aggregatori/hub tecnologici e content service provider. Attualmente sono undici le persone indagate mentre 12 sono i milioni di euro già sottoposti a sequestro preventivo. L'Agcom è stata compiutamente informata.

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