2 luglio 2020 - 07:45

Myanmar: crollo in cava di giada, oltre 100 morti e decine di dispersi

Denunciata da anni la deforestazione della zona nell’area delle miniere a Hpakant per la mancata regolamentazione dell’attività mineraria

di Paolo Virtuani

Myanmar: crollo in cava di giada, oltre 100 morti e decine di dispersi
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Sono almeno 113 i morti e oltre 200 i lavoratori rimasti intrappolati in un crollo avvenuto nella cava di giada a Hpakant, in Myanmar. Gli operai sono stati travolti da un’ondata di fango, riferiscono fonti ufficiali birmane. Il disastro è avvenuto attorno alle 8 del mattino, ora locale, in una cava nei pressi del villaggio di Sate Mu, dove gli operati raccoglievano le pietre dal materiale di scavo. Le squadre di soccorso hanno già estratto oltre cento corpi, ma le operazioni sono state sospese per le avverse condizioni atmosferiche. Il 23 giugno c’era stata un’altra frana nella vicina cava di Seng Tawng con due morti.

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All’inizio dell’anno, grazie a foto satellitari, gruppi ambientalisti avevano denunciato un grande aumento della deforestazione proprio una corrispondenza dell’area delle miniere dopo circa 30 anni di mancata regolamentazione dello sfruttamento minerario. Purtroppo non è il primo incidente alle cave di giada. Il 14 luglio 2018 altre decine di persone avevano perso la vita nei crolli innescati dalle piogge monsoniche, e amplificati proprio dalla deforestazione. Nel 2015 un altro crollo aveva provocato 116 vittime. Gli scavi, molto profondi a cielo aperto, hanno provocato la nascita di bacini che durante i monsoni si riempiono di acqua e sono sottoposti a crolli delle ripide pareti che li circondano, su terreni spogli non trattenuti dalla vegetazione.

Giada e corruzione

L’estrazione della giada rappresenta per il Myanmar circa la metà del prodotto interno lordo. La giada, estratta soprattutto nelle miniere nella regione del Kachin, nel nord del Paese, dove da decenni è in corso una guerriglia endemica, è considerata la più pregiata del mondo. Le cave di quell’area forniscono il 70% della giada di alta qualità presente sul mercato mondiale. Ma le miniere sono fonte di una grande corruzione. Il prodotto non viene quasi mai lavorato sul posto, ma esportato in altri Stati asiatici. La proprietà delle miniere è incerta, ma controllata dalle élite militari ed economiche del Paese. Secondo alcune stime del 2014 di Global Witness i gruppi di potere in Myanmar si sono appropriati grazie al commercio della giada di una somma pari a 31 miliardi di dollari.

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