25 giugno 2020 - 19:07

Anna: «Cerco l’infermiere che mi ha fatto salutare al telefono mio marito per l’ultima volta»

L'appello della signora Anna che ad aprile ha accompagnato suo marito al Policlinico Casilino di Roma e non lo ha più rivisto: «In una settimana se ne è andato». Ora cerca l'infermiere che le ha permesso di dare l'addio al compagno di una vita

di Enrico Galletti

Anna: «Cerco l'infermiere che mi ha fatto salutare al telefono mio marito per l'ultima volta»
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«Quella sera, prima di cena, ho sentito per l’ultima volta la sua voce. Mi ha chiamato un infermiere: “Le passo suo marito”. Erano le 19.23. Era il 6 aprile, sembra ieri». L’ultima parola: «Mi ha detto solo “Ciao”, poi se ne è andato». Anna Atzeni è una donna forte, a inizio aprile ha accompagnato suo marito Carlo Civetti al Policlinico Casilino di Roma e non lo ha più rivisto. «Stava male - racconta lei -, subito abbiamo pensato al Covid, ma dalla Tac che hanno fatto a Carlo il giorno dopo è emersa la presenza di un tumore. Mio marito non ha mai avuto niente, in una settimana se ne è andato». Anna ripensa a quei giorni e a quella chiamata, all’arrivo in pronto soccorso e a quel saluto fugace: «Eravamo alle terme, poco prima che lo ricoverassero. Chi poteva pensare che da quell’ospedale mio marito non sarebbe più uscito?», riflette. «L’ultima immagine che ho di lui è quando lo hanno fatto passare nel tunnel che lo avrebbe portato in Medicina». Terzo piano, stanza 9, letto 34. È da lì che Anna ha ricevuto quella chiamata da un anonimo infermiere che non si è presentato, visti gli attimi così concitati. Il numero era quello del cellulare di suo marito. Un saluto e poi il buio. Adesso, Anna, rimasta vedova a qualche giorno dalla data in cui lei e suo marito avrebbero festeggiato quarant’anni di matrimonio, non si dà pace: «Devo trovare quell’infermiere, costi quel che costi. Lo devo trovare per ringraziarlo - racconta -. Forse lui, chissà, con tutti i bei gesti che avrà compiuto non si ricorderà di questa storia, ma io sì. Quella sera, quando ha capito che mio marito si stava spegnendo e mi ha chiamato, ha esaudito il suo ultimo desiderio».

In ospedale e vicino al Policlinico, Anna ha affisso dei manifesti: «Annuncio importante - si legge - cerco l’infermiere che la notte del 6 aprile ha accudito Carlo e ha effettuato una telefonata richiesta dal paziente con il suo cellulare. Un vero dono, perché è stato l’ultimo flebile saluto tra marito e moglie». Il Policlinico Casilino di Roma sta cercando il dipendente che ha fatto la chiamata. «I medici che hanno curato Carlo mi hanno detto che potrebbe essere un forestiero – dice Anna –, cioè parte del personale arrivato da altri ospedali a dare una mano in tutti i reparti nei periodi più critici dell’emergenza». Ogni volta che suona il cellulare, per Anna si accende la speranza che dall’altra parte ci sia quell’infermiere. «Se lo trovassi? Lo ringrazierei per la sua umanità – dice –. E per quel gesto. Grazie a lui vivrò con il ricordo dell’ultimo “Ciao”».

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