covid-19

Dall’Oms no all’isolamento dopo 3 giorni senza sintomi. Ricciardi: opportuno proseguire con i tamponi

Il ministro della Salute Speranza chiede al Comitato tecnico scientifico di esprimersi. Un cambiamento «che può incidere significativamente sulle disposizioni finora adottate e vigenti nel nostro Paese»

di Nicola Barone

Coronavirus, tamponi e test sierologici

3' di lettura

Per il rilascio dall’isolamento dei pazienti che hanno contratto l’infezione da SARS-CoV-2 ora l’Oms cambia (provvisoriamente) strada. Non occorrono più due tamponi negativi a distanza di almeno ventiquattro ore, oltre alla guarigione clinica. Le linee guida riviste, con alcune non trascurabili caveat, prevedono infatti che bastino tre giorni senza sintomi. Ciò potrebbe portare a dei cambiamenti anche in Italia, non appena il Comitato tecnico scientifico sollecitato dal ministro della Salute Roberto Speranza si esprimerà ufficialmente sull’adottabilità o meno delle nuove indicazioni.

Recenti evidenze scientifiche

L’Organizzazione mondiale della sanità ha aggiornato le linee guida provvisorie dello scorso 27 maggio alla luce delle recenti scoperte secondo le quali chi ha superato la Covid-19 può risultare positivo ancora per settimane ai test basati sulla ricerca di particelle del virus Sars-CoV-2 nei campioni biologici prelevati con il tampone. «Nonostante i test positivi, rileva l’organismo - è improbabile che questi pazienti siano infettivi e di conseguenza è improbabile che siano in grado di trasmettere il virus a un’altra persona». Si tratta quindi, secondo l’Oms, di un aggiornamento alla luce «delle modifiche apportate alla gestione clinica della guida Covid-19, sulla base di recenti evidenze scientifiche». Ancora una volta si tratta di modifiche provvisorie perché suscettibili di ulteriori aggiornamenti non appena ci saranno nuove evidenze scientifiche. Alla luce dei nuovi criteri i criteri per uscire dall’isolamento senza dover ripetere il test riguardano i pazienti sintomatici, per i quali è necessario attendere dieci giorni dall’insorgenza dei sintomi, più almeno tre giorni aggiuntivi senza sintomi (inclusi febbre e problemi respiratori); per i casi asintomatici è necessario attendere dieci giorni dopo il test positivo.

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Un bilanciamento tra rischi e benefici

La stessa Oms riconosce che i nuovi criteri mettono sul piatto della bilancia rischi e benefici e, rilevando che «esiste un rischio residuo minimo che la trasmissione possa avvenire», considera che «ci possono essere situazioni in cui un rischio residuo minimo è inaccettabile, ad esempio, in soggetti ad alto rischio di trasmettere il virus a gruppi vulnerabili o in ambienti ad alto rischio». In queste situazioni, conclude l’Oms, «può ancora essere utile un approccio basato sui test».

Il ministro Speranza chiama in causa il Cts

Le novità «relative alla modalità di certificazione della guarigione segnano un cambiamento che può incidere significativamente sulle disposizioni finora adottate e vigenti nel nostro Paese», ha scritto il ministro della Salute Speranza in una lettera al Comitato tecnico scientifico. La richiesta di un parere ufficiale tiene in ogni caso «fermo il principio di massima precauzione che ci ha guidato finora».

Ricciardi: opportuno proseguire con i tamponi

In attesa del pronunciamento formale del Cts «è opportuno continuare a ripetere i tamponi ogni ventiquattro ore», dice intanto Walter Ricciardi, consigliere del Ministro della Salute e rappresentante del governo italiano presso l’Organizzazione mondiale della sanità. «Aspettiamo ma il mio parere personale è che si dovrebbe continuare la pratica della tamponatura, con due test a 24 ore di distanza». Sullo stop all’isolamento dopo tre giorni senza sintomi e senza la conferma di un tampone, Ricciardi ha osserva che «questi tre giorni sono in realtà dieci dall’inizio della sintomatologia perché il virus ha cinque giorni in media di incubazione, poi comincia la sintomatologia e se si fanno i calcoli i tre giorni dalla sparizione dei sintomi sono i dieci dall’inizio della sintomatologia». Sulla situazione generale dell’epidemia in Italia Ricciardi aggiunge che «dobbiamo continuare a temere il coronavirus perché a livello mondiale ieri è stato il giorno peggiore, con Paesi dove c’è un morto al minuto» e che «da noi traiamo vantaggi dopo mesi di sacrifici, ma se si abbassa la guardia, si ignorano le norme di sicurezza, allora ci sarà risalita dei casi. Non credo che arriveremo alle scene di febbraio marzo e aprile ma come vediamo in Germania e Cina ci possono essere nuovi focolai».

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