Nei giorni scorsi era stata lanciata l’allerta dopo il focolaio scoppiato nel più grande mercato alimentare di Pechino, Xinfadi, che riforniva il 70% dei prodotti freschi in città, prima di essere chiuso ed essere individuato come l’origine di 236 contagi. Ma ora le autorità spiegano che la situazione è sotto controllo: nelle ultime 24 ore sono stati registrati 18 i nuovi casi di Covid-19 in tutta la Cina, la metà dei quali nella capitale. Ed è la prima volta dal 13 giugno che a Pechino vengono annunciati meno di 10 nuove infezioni. Tra i nuovi casi, due sono stati registrati nella provincia di Hebei, mentre altri sette sono ‘importati’ e diagnosticati a Shanghai, Tianjin, Liaoning e Shaanxi. Dal 13 giugno le autorità hanno imposto rigide misure di contenimento alla popolazione, isolando interi quartieri, imponendo la chiusura delle scuole e lo stop a tutti i viaggi non necessari, oltre a testare più di 2,3 milioni di persone.

Stop alle importazioni di pollo dagli Usa – Per impedire l’arrivo di nuovi casi dall’estero, sono state anche “temporaneamente sospese” le importazioni di pollo surgelato dell’azienda americana Tyson Foods, dopo che è stato trovato un focolaio di coronavirus in uno degli impianti di produzione negli Stati Uniti, mentre i prodotti già arrivati in Cina verranno confiscati. Le autorità hanno inoltre chiesto alla multinazionale americana PepsiCo di chiudere una delle sue fabbriche di snack a Pechino dopo che diversi dipendenti si sono rivelati positivi al Covid, ha detto il portavoce della compagnia Fan Zhimin, aggiungendo che 87 contatti stretti sono stati rintracciati e messi in quarantena. I funzionari locali hanno annunciato una campagna nazionale per ispezionare i prodotti freschi provenienti da “paesi ad alto rischio”, in seguito a segnalazioni di nuovi cluster in aziende in Germania e negli Stati Uniti.

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